Uno dei termini più abusati della nostra era è 'condivisione'. Un tempo questa parola rimandava a momenti di sofferenza o di felicità, mentre ora appartiene al quotidiano continuo ed è passata dalla categoria dell'immaterialità a quella della intangibilità. Condividere un dolore o una gioia era un momento importante, prezioso; ora condividere il proprio umore o l'immagine del piatto che si sta mangiando fa parte del flusso della normalità.
I primi a intercettare le tendenze sono i produttori di tecnologia. Le assimilano, le rielaborano e le ripropongono come prodotti di consumo che hanno successo proprio perché rispondono a quella esigenza contingente e, promuovendola, la perpetuano. Ai tempi dei primi selfie c'era chi pensava che la moda non sarebbe durata, poi i produttori di smartphone hanno introdotto fotocamere frontali sempre più potenti e sofisticate e a questo punto non ha più nemmeno senso parlare di moda, né di fenomeno, ma di costume.
Allo stesso modo il tasto 'condividi' compare in calce a qualsiasi cosa: dal post sui social, all'articolo di giornale, alla foto nella galleria dello smartphone. Perché, allora, non condividere qualcosa di immateriale, sì, ma tangibile, come l'energia. Di più: perché non permettere di condividere qualcosa che permetta di non svanire mai, di essere sempre connessi, sempre raggiungibili. Perché non condividere la carica della batteria del telefono?
E' a questa domanda che dà risposta il nuovo top di gamma di Huawei, il Mate 20 Pro, una macchina che insegue la perfezione tanto quanto quelle di case avversarie come Apple e Samsung, ma in un momento in cui la quota di mercato viene contesa a colpi di decimali, è chiaro che per conquistare nuovi clienti non basta mettere in campo una fotocamera migliore (e quella del Mate 20 non compete più con quelle di altri smartphone, ma con le semiprofessionali#1) o una batteria più potente, né un processore più veloce o un gps più preciso#3. Quello che bisogna mettere in campo è un valore.
E non è un caso se l'idea di 'condividere' la carica della batteria sia venuta a un'azienda che è nata e si è sviluppata in un Paese in cui il social più utilizzato è WeChat. Una piattaforma di messaggistica simile a WhatsApp, ma che permette di ordinare il cibo a domicilio, acquistare biglietti della metro o dell'aereo e - qui sta il punto di forza - scambiarsi soldi, senza che nulla di materiale passi da una mano all'altra. Tutto nella stessa app.
E non è un caso che quella stessa azienda abbia lanciato poco prima della presentazione del Mate 20 una campagna quasi spersonalizzata per educare alla condivisione. Il video sull'animaletto Gnu Gnu e sui pericoli della condivisione incontrollata è diventato virale, mostrando quanto il tema sia stato intercettato dai produttori di smarthone che temono la demonizzazione dello strumento.
In buona sostanza il Mate 20 Pro permette di trasferire energia da e per gli altri dispositivi (possono essere altri smartphone, come device di ogni genere purché condividano lo stesso protocollo di ricarica wireless#2) a prescindere dal produttore. Un iPhone può condividere la propria carica con uno Huawei e un Mate 20 Pro può condividerla con un Samsung.
E' un passaggio di approccio: dall'espressione ironico/compiaciuta nel vedere l'amico con lo smartphone di un'altra marca a secco di energia a quello complice nel mettere a disposizione la propria batteria per non perdere il contatto con il mondo.
Il tema della condivisione ne porta con sé un altro: la sicurezza. Samsung e Apple ne sono state ossessionate e sono state le prime a inserire lo sblocco con l'impronta digitale prima e con il riconoscimento facciale poi. Ma sono anche le prime che hanno introdotto il cloud per conservare dati, immagini e documenti e rendere la memoria degli smartphone virtualmente inesauribile. Huawei ha voluto lasciare la porta della riservatezza assoluta aperta e ha presentato un nuovo modello di memory card grande quando una sim e capiente quanto una SD che permette di ampliare la memoria del Mate 20 senza far ricorso al cloud.
Huawei Mate 20 e Mate 20 Pro saranno disponibili in Italia a partire dal 26 ottobre, al prezzo consigliato rispettivamente di 799 e 1099 euro.
Mate 20 vanta un obiettivo grandangolare Leica da 16 mm, la modalità macro in grado di catturare immagini nitide di oggetti a 2,5 cm dall'obiettivo. L'obiettivo ultragrandangolare e il supporto macro completano le funzionalità della tripla fotocamera per catturare qualsiasi soggetto da più prospettive. La fotocamera principale è da 40 megapixel, una fotocamera ultra grandangolare è da 20 megapixel e una fotocamera teleobiettivo è da 8 megapixel. Insieme, il trio di obiettivi supporta un'ampia gamma di lunghezze focali (equivalenti alle prestazioni di un obiettivo zoom 16-270 mm).
Mate 20 Pro vanta una batteria ad alta densità da 4200 mAh e supporta 40 HUAWEI SuperCharge, che fornisce al dispositivo una carica del 70% in 30 minuti. Supporta la carica rapida wireless da 15W, la più rapida del settore e la tecnologia wireless Reverse Charging, che consente al dispositivo di funzionare come un power bank per selezionati dispositivi elettronici che supportano la ricarica wireless.
Mate 20 Pro è il primo smartphone al mondo a supportare la 4.5G LTE Cat.21 standard, consentendo agli utenti di usufruire di velocità di download fino a 1,4 Gbps. Supporta inoltre una delle connessioni Wi-Fi più veloci al mondo – un video da 2 GB richiede solo 10 secondi di download. L’alta gamma supporta anche la tecnologia di posizionamento GPS dual-band (L1 + L5). La tecnologia AI GPS Satellite Selection migliora la precisione di posizionamento tra un'ampia gamma di scenari.