C’è una parola che Zuckerberg ha ripetuto per l’ennesima volta, tra le tante, ieri all’audizione al Congresso. Una parola che comincia a causare orticaria a chi lo ascolta, come chi scrive: “dorm”, dormitorio, riferendosi alla stanzetta dell'università dove ha scritto le prime righe di codice di quello che diventerà Facebook. Zuckerberg continua a giustificare gli errori, le falle nella gestione dei dati degli utenti, l’incapacità di gestire fake news, hate speech, propaganda, violenza sul suo social perché quando lo ha creato era ancora “so young” (così giovane), e che ai tempi di Harvard non poteva prevedere tutto quello che sarebbe successo dopo.
Zuckerberg continua a voler far passare il messaggio che è un giovane imprenditore che può commettere degli errori, ma che, sia chiaro, dagli errori sa imparare "Mr Congressman".
Ma Zuckerberg a giorni compirà 34 anni, è sposato, ha due figli, ed è a capo di una delle aziende più potenti del mondo, 40 miliardi di fatturato, 15 di utile netto nel 2017. E i tempi dell’università dovrebbero essere belli che passati (chi scrive ha la stessa età di Zuckerberg, non ha studiato ad Harvard e non ha il suo patrimonio - 64 miliardi di dollari - ma ritiene piuttosto strambo pensarsi un ventenne all’università. O giustificare i propri errori come se lo si fosse ancora, in qualche modo).
Facebook è stato fondato 14 anni fa ed è un tempo considerevole per qualsiasi azienda. Giocarsi la carta dell’inesperienza e della giovinezza per giustificare gli errori potrebbe essere una accurata strategia comunicativa davanti ai membri del Senato, molti di loro hanno più del doppio della sua età, ma suona all’ennesima riproposizione fiacca, e a tratti comincia anche a diventare stucchevole.
A meno che Zuckerberg non abbia scoperto una sorta di elisir di eterna giovinezza: presentarsi sempre come giovane e inesperto, chiedere scusa ai più grandi, fare ammenda pubblicamente sui social e continuare a raccontarsi come un ingenuo, giovane idealista. Quanto può reggere? E in fondo, regge ancora?
Ma un’alternativa possibile a questa lettura è che stia ammettendo implicitamente di non riuscire a tenere le redini della creatura che ha creato. A 34 anni non si è più giovani. Ma allo stesso tempo si potrebbe non essere ancora abbastanza grandi avere certe responsabilità.