Equifax è stata hackerata e con l'attacco sono stati rubati i dati a milioni di persone negli Usa (Agi). Per capire perché questa notizia ci riguarda da vicino dobbiamo fare un passo indietro. Intanto, cos’è Equifax? E’ una società di credit rating, ti assegna un punteggio che negli Usa è fondamentale per avere un noleggio, affittare una casa. Definisce insomma se sei un buon pagatore o meno.
Come funziona Equifax e perché il danno è davvero enorme
Immaginate che il database di una società di questo tipo ha informazioni su milioni ci cittadini. Circa la metà di quelli americani. Ma Equifax fa anche un servizio particolare: evita che ti rubino l’identità e se qualcuno apre a tuo nome un conto corrente ti avvisa. Succede perché negli Usa esiste un codice personale che una via di mezzo tra Iban e codice fiscale: si chiama Social security number. E’ segreto (a differenza del codice fiscale) e se ce l’ho diventa abbastanza semplice aprire una carta di credito a nome di quella persona. Io spendo, tu paghi.
Che è successo? E’ successo che qualcuno se li è presi a fine luglio. 163 milioni di nomi e social security number, ma anche patenti e documenti.
Cosa non torna nella questione Equifax
Un paio di cose che non tornano. Sei settimane dopo lo hanno comunicato. Ripeto, sei settimane dopo. Troppo. Ma inoltre si è scoperto che alcuni manager di Equifax appena saputo dell’attacco hanno venduto due milioni di azioni della società prima che lo si comunicasse pubblicamente. Ma soprattutto un sito internet, nato con la promessa di proteggere gli utenti dai dati rubati ad Equifax, ma che poi si scopre che nelle clausole per accettare il servizio c’è la promessa di non fare class action contro Equifax.
Chi custodisce i custodi dei nostri dati?
Insomma, in sintesi, la società che dovrebbe proteggere i nostri dati, è stata attaccata. E con effetti enormi. E la domanda che ci si pone adesso è: chi custodirà i custodi dei nostri dati? La questione è particolarmente sentita anche in Europa. Il nuovo regolamento privacy entrerà in vigore il prossimo gennaio e imporrà alle aziende che si fanno rubare questi dati una multa pari al 3-4% del fatturato.