Nel silenzio distratto di un lungo weekend, Bitcoin ha perso circa 2.000 dollari del suo valore. Si tratta probabilmente del ribasso più imponente che la criptovaluta ha avuto finora: in 36 ore è passato a 5.500 dollari, dopo i picchi di 7.800. Confermando quindi la volatilità da brivido della cripomoneta.
Chi segue le evoluzioni di Bitcoin non dovrebbe essere troppo sorpreso. Ci ha abituati nell'ultimo anno a impennate e depressioni (anche profonda, come quella che adesso sembra attanagliare la comunità dei suoi fan che hanno visto accrescere enormemente in questi ultimi 12 mesi il valore del loro portafogli digitale). Piccolo recap, tenendo presente che sullo sfondo c'è che da gennaio a oggi è passato da circa 1.000 dollari a picchi di qualche giorno fa di 7.500.
I crolli nell'anno da brivido per Bitcoin
A marzo c’è stato il primo vero crollo del 2017 con il rischio ‘the fork”, una frattura interna alla community di Bitcoin, che in particolare coinvolgeva le persone che accettavano le transazioni in criptomoneta. Ne abbiamo parlato qui. Ad Agi molti esperti parlarono della peggiore crisi di sempre: furono bruciati 2 miliardi tra il 18 e il 20 marzo.
Altro scivolone si è avuto a metà settembre dopo la minaccia della Cina di impedire le immissioni di nuova moneta per finanziare nuove imprese (le famigerate Ico), ma soprattutto quando Pechino concretizzò l’ipotesi di dare una stretta agli exchange, i punti dove è possibile la compravendita di moneta.
Poi però la cavalcata incredibile verso i 7mila dollari, a ottobre, complice anche Cme Group che annuncia uno strumento di investimento ad hoc per Bitcoin, consentendo di scommettere sul suo valore futuro.
Poi l’ultimo dei crolli, quello di queste ore, probabilmente dovuto a qualcosa di simile a quelle successo a marzo, ma a quanto pare più grave. E capace di bruciare ancora più soldi. Anche in questo casi si è trattato di un ‘fork’, ovvero la scissione della moneta, dovuta come è già successo a forti dissidi interni alla community su quello che Bitcoin deve essere essere da grande (Forbes parla di 'guerra civile' per esempio). Dalla scissione ultima (la terza, a quanto risulta) è nato Bitcoin Cash, che vorrebbe risolvere il problema di scalabilità della criptovaluta promettendo una più veloce approvazioni delle transazioni (oggi Bitcoin ne consente circa 2mila ogni 10 minuti) venendo incontro all’aumento della compravendita in Bitcoin.
Gli speculatori preferiscono il Bitcoin più veloce?
Secondo WallStreetItalia il crollo del Bitcoin è dovuto al fatto che gli investitori (e gli speculatori) preferiscono prorio Bitcoin Cash a quello originale - per loro più scambi dovrebbe voler dire più possibilità di richiesta della moneta, maggiore utilizzo, maggiore richiesta, quindi prezzi più alti per comprarla. Il primo continuerebbe a perdere valore per questo, mentre il secondo scese segnando nuovi record. Una tesi che si legge spesso in giro in queste ore, anche su giornali internazionali. Però poi succede che il nuovo perde improvvisamente e scende 2.500 dollari a 1.250 dollari in poche ore.
Ora, difficile dire che il tentativo di sostituirsi al Bitcoin da parte di 'cash' sia già stato scongiurato. Ma una certezza forse c'è. Bitcoin è oggi più che una moneta uno strumento speculativo. Chi li possiede in questi giorni ha visto sgonfiare il valore dei propri investimenti con una facilità estrema, quasi quanto come è stato facile guadagnarci il 600% in qualche mese. Up and down per cuori forti. O per cuori folli.
Ps. Piccola curiosità: provate a cercare gli articoli scritti sul tema, sono tutti pieni di editing. I reporter sembrano non stare neppure dietro ai cambiamenti così repentini di valore, di posizioni. Che spiega quanto liquido e rischioso questo mondo sia. Per investirci, ma anche per fermarlo in un istante che duri anche una manciata di ore.