Troppa lentezza, poca innovazione: il terremoto un anno dopo
Troppa lentezza, poca innovazione: il terremoto un anno dopo
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Un anno fa la scossa con epicentro Accumoli
Un anno fa la scossa con epicentro Accumoli

Si procede a passo di lumaca

Area del terremoto del 24 agosto 2016 tra Amatrice ed Accumoli (Ingv)
Area del terremoto del 24 agosto 2016 tra Amatrice ed Accumoli (Ingv)

Il progetto di Censis e AGI

  1. Il territorio colpito e le determinanti del suo sviluppo interessano un’area più vasta dei 140 comuni del Cratere elencati nelle ordinanze ufficiali. Per dare un nome a questa area si potrebbe chiamare il “Territorio dell’Appennino centrale orientale” i cui vertici settentrionali sono nell’Asse Perugia – Fabriano - Ancona e quelli meridionali nell’asse Rieti-L’Aquila-Teramo.
Il presidente Mattarella in visita ad Accumoli
 Foto: Quirinale - Il presidente Mattarella in visita ad Accumoli
  1. Passata l’emergenza, sulla quale il giudizio appare in modo unanime positiva, il giudizio sul medio periodo può essere offerto dalle “parole d’ordine” degli oltre 120 tra amministratori locali e operatori economici del Cratere raccolte dalla Fondazione Aristide Merloni e dal Censis nelle scorse settimane e durante il lavoro preparatorio di AGI e Censis
  • le nostre comunità stanno resistendo bene in condizioni difficili e buona parte di questa capacità di resistenza dipende dalla sensazione di non essere stati lasciati soli dai privati e dalle organizzazioni che sono arrivate subito dopo il terremoto (oltre il 90% degli intervistati);
  • le Istituzioni continuano a fare promesse che finiscono per non essere mantenute e questo alimenta un senso comune di sostanziale “abbandono” da parte dello Stato, non è che non si vede la presenza pubblica, piuttosto ci sentiamo dimenticati per la terribile lentezza con la quale le responsabilità pubbliche si traducono in azioni concrete (oltre l’80% degli intervistati);
  • la traccia sottile e sotterranea che rischia di minare il nostro sviluppo nel medio periodo è la “tentazione della modernità”, i giovani che si sono spostati nelle città o lungo le coste rischiano di perdere quelle radici montane e contadine che sono la nostra storia e la nostra forza; salvaguardare i caratteri distintivi del territorio montano non è un fatto culturale ma un prerequisito della ricostruzione (oltre il 75% degli intervistati);
  • la ricostruzione delle case e delle strutture pubbliche è la nostra priorità ma una quota significativa dei fondi deve essere indirizzata all’innovazione. Ricostruire non basta, se non riusciremo ad essere nuovamente un territorio attraente per imprese, turisti o nuovi residenti. E per attrarre dopo la ricostruzione devi essere innovativo, viceversa si rischia che sia troppo tardi (oltre l’80% degli intervistati).
  1. AGI e Censis hanno deciso di aprire un nuovo cantiere nel Cratere dell’Appenino centrale orientale per raccontare come procede la ricostruzione, per sollecitare i decisori pubblici a “accelerare e innovare”, per dare alle comunità dell’Italia centrale il loro contributo in termini di conoscenza dei fenomeni e di racconto delle loro storie.

Il Cantiere si muove in tre direzioni di lavoro:

  • misurare l’accelerazione che le decisioni pubbliche imprimono alla ricostruzione o le frenate che le promesse mancate inducono anche sulle iniziative dei privati e delle amministrazioni locali;
  • valutare la capacità di attrazione dei comuni del Cratere e la sua evoluzione grazie alle innovazioni tecnologiche e organizzative, agli investimenti esterni in ricerca e sviluppo, all’uso dei nuovi mezzi di comunicazione e degli strumenti dell’economia digitale;
  • conoscere la dinamica dell’azione progettuale pubblica e privata che, insieme alla ricostruzione fisica, pone le basi di una ricostruzione dell’ambiente economico e sociale.
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