Il dibattito politico suscitato dalla riforma della legittima difesa approvata dalla Camera punta i riflettori sulla situazione di furti e rapine in Italia. Vediamo cosa dicono i dati, a partire dalla questione regina: a che ora avviene la maggioranza di furti e rapine in casa in Italia?
La questione degli orari
I dati relativi agli orari sono contenuti nelle denunce, ma non sono dati pubblicamente accessibili. Esistono tuttavia diversi studi che hanno cercato di stimare gli orari e i giorni della settimana a più alto rischio di furto. In particolare, il centro interuniversitario Transcrime che si occupa di studiare la criminalità internazionale e nazionale, ha collaborato con le forze dell’ordine per sviluppare modelli di previsione a partire da tre grandi città italiane: Milano, Roma e Bari.
Per esempio, il rapporto pubblicato nel 2013, con dati che arrivano al 2010, mostra che per i furti in abitazione nella città di Milano la percentuale più elevata, sia commessa che tentata, è tra le 18 e le 21, con oltre 2500 eventi complessivi. La seconda fascia oraria più a rischio è quella tra le 9 e il 12 del mattino (oltre 2000), la terza è quella pomeridiana tra le 15 e le 18 (sempre con oltre 2000 eventi). Un andamento simile, con una netta maggioranza di eventi tra le 18 e le 21, è quello delle rapine. Il punto generale è che la maggior parte di questo tipo di crimini avviene in orario diurno.
Mentre non si registra una particolare differenza tra i diversi giorni della settimana, con la sola eccezione della domenica, giorno in cui pare che anche i criminali riposino (!), il dato forse più interessante e sorprendente è quello che riguarda l’andamento nel corso dell’anno.
Prendendo in considerazione quattro anni tra il 2007 e il 2010, il rapporto mette in evidenza che i mesi preferiti per i furti in appartamento e anche per le rapine sono quelli invernali, con picchi attorno a dicembre. I periodi estivi, invece, registrano i dati più bassi.
I dati dei furti e delle rapine in Italia
Dall’Ufficio Centrale di Statistica del Ministero dell’Interno si possono ricavare i dati più recenti, riferiti al 2015, sulla distribuzione per provincia di furti e rapine, misurati sulla base delle denunce alle forze dell’ordine. Le mappe indicano con un colore più intenso in quali province si sono maggiormente concentrati i due delitti.
Mentre per le abitazioni il numero più elevato si rileva nei principali centri urbani, più densamente popolati e più ricchi, la situazione è più articolata quando si prendono in considerazione gli esercizi commerciali. Numeri alti si registrano, per esempio, nelle province della pianura veneta, a Bologna e Firenze, ma anche a Palermo e Bari.
Una distribuzione analoga si può vedere per le rapine in abitazione, che comunque in numero assoluto sono qualche ordine di grandezza in meno rispetto ai furti. Rispetto al furto, la rapina è un reato più grave che prevede l’uso della violenza ed è forse dunque più difficile che all’evento non segua una denuncia o comunque un intervento delle forze dell’ordine. Per le rapine negli esercizi commerciali salta all’occhio la concentrazione sulla provincia di Roma. In generale, un maggior numero di denunce avviene nei grossi centri urbani.
Andamento dei furti nel tempo
Interessante è andare a vedere quello che è successo in un decennio, tra il 2004 e il 2014, per avere un’idea della tendenza nel corso del tempo. Suddividendo l’Italia per macro aree geografiche, si registrano due nette fasi di crescita: tra il 2005 e il 2007, e tra il 2009 e il 2013. Nell’arco di questo periodo, il tasso di furti in abitazione (ogni 100 mila abitanti) per tutta Italia è sostanzialmente raddoppiato, passando dai 192,23 del 2004 ai 386,50 del 2014. Vale sempre la pena ricordare che si tratta di furti denunciati e quindi possono esserci delle sottostime rispetto al dato reale.
Nello stesso periodo, invece, le denunce per rapina sono diminuite, passando per l’Italia dagli 80,20 del 2004 ai 57,74 del 2014. Salta all’occhio, che rispetto ai dati sui furti, i numeri del Mezzogiorno sono decisamente i più elevati.
Il confronto con l’Europa
Confrontare questo tipo di dati con altri paesi europei non è semplice, perché la definizione stessa del reato varia nei diversi codici, così come la rilevazione dei dati sul territorio. Fatta questa premessa, i dati Eurostat per i furti (theft) mostrano una performance dell’Italia tutto sommato stabile nel tempo e non particolarmente preoccupante. Da segnalare la flessione dell’Inghilterra, un paese che nel corso di questi ultimi anni ha adottato un insieme di misure di prevenzione dei reati che ha coinvolto in maniera attiva anche la popolazione per un monitoraggio più efficace.