Con la siccità avremo in tavola un vino di qualità migliore?
La vendemmia è cominciata con un mese di anticipo ed è previsto comunque un calo della produzione. Ecco che cosa succederà quest'anno nel comparto. Il commento di Carlo Petrini sulla Stampa
Un calo della produzione del 10-15%, ma una qualità assolutamente ottima. E' la previsione ormai condivisa da tutti gli esperti del settore vitivinicolo per l'annata in corso e che prenderà il via da oggi e fino a Ferragosto, con un anticipo sostanzialmente di un mese sulle date 'storichè per effetto della siccità. Il 'vigneto Italià è riuscito però a superare lo stress del caldo, che ha pesato con punte assolutamente da record sulla Penisola, riducendo sulla produzione sui sui bianchi che sui rossi. Si scenderà dai 51,6 ai 36-37 milioni di ettolitri.
ADV
Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia anche il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno quanto avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo quadrimestre 2017 .
ADV
Ottime premesse per la produzione 2017
Si tratta di una ottima premessa alla vendemmia 2017 che – sottolinea la Coldiretti - interessa 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento - precisa la Coldiretti - ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone.
Puntiamo sulla nostra identità
Il futuro del Made in Italy dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le 'distintività' che è stata la chiave del successo nel settore del vino dove ha trovato la massima esaltazione la valorizzazione delle specificità territoriali che rappresentano la vera ricchezza del Paese, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. “Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo”.
Il settore vitivinicolo ha delle punte di forza sicuramente in Veneto: qui l'export vale da solo 5,2 miliardi, dati 2016, posizionando la Regione al primo posto in Italia con il 35,6% del valore complessivo delle esportazioni e al quarto posto nel mondo alle spalle di Francia, Italia (compreso il Veneto) , la Spagna e appunto il Veneto. Una vera "miniera d'oro" costituita da 87.000 ettari di superfice vitata con le province di treviso (36.5583 ha) e Verona 828.502 ha). Più in dettaglio, come sottolinea Veneto Agricoltura, "la scorsa vendemmia ha prodotto nel Veneto 13 milioni di quintali di uva, pari a 10,1 milioni di ettolitri di vino, corrispondente al 19,5% della produzione italiana e al 3,5% di quella mondiale".
A Ferragosto si partirà con la raccolta di uve Pinot e Chardonnay per base spumante . Poi da lunedì 21 sarà la volta delle uve per vini tranquilli. "Al momento questa 'calda estatè sta 'lavorandò a favore delle uve: malattie ridotte al minimo grazie alle giornate calde e soleggiate e alle notti decisamente più fresche; le precipitazioni, pur se non abbondanti, sono giunte finora al momento opportuno", spiega ancora Veneto Agricoltura.
Sofferenze in Emilia
Maggiore difficoltà sono segnalate in Emilia Romagna per la siccita, che rappresenta per il vitivinicolo l'8,3% della Plv agricola, cioè in valore oltre 315 milioni di euro nel 2016. '. "A soffrire - spiega il Presidente di Confagricoltura, Gianni Tosi - sono soprattutto le colline laddove c'è il serio rischio che scompaiano le vigne nel gior di pochi anni. Non è possibile effettuare irrigazioni di soccorso , mancano bacini e l'accesso a nuove fnti d'acqua. Da qui la richiesta alle istituzioni di incentivi per la realizzazione di invasi aziendali e non solo consortili, in attesa di un piano irriguo di medio e lungo termine".
Quest'anno la vendemmia è anticipata e da lunedì al via per le uve bianche per le basi di spumante (Chardonnay, Suavignon Blanc e Pinot). Seguiranno Malvasia e Pignoletto, quindi Albana e il Trebbiano in Romagnaa fine mesi i 'rossì come Lambrusco, merlot Gutturnio e infine Sangiovese. "Preoccupano le prime stime dei produttori - osserva il Presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Tosi - perchè prevedono una calo della produzione anche del 20-30% per i bianchi e del 10-15%per i rossi".