di Raffaele Angius e Marco Pratellesi
Negli Stati Uniti un informatore anonimo ha rotto il silenzio intorno alla Casa Bianca, rivelando alla stampa uno spaccato sulle strategie di contenimento dell’azione politica di Trump. Con una lettera anonima scritta al New York Times, un misterioso “alto dirigente” dell’Amministrazione - la cui identità è nota solo al giornale - ha già guadagnato un posto al fianco dei grandi whistleblower della storia moderna. Mike Felt nello scandalo Watergate, Edward Snowden contro la sorveglianza di massa dei servizi americani, Christopher Wylie e il caso Cambridge Analytica. Persone che hanno divulgato informazioni preziose per il bene della collettività e che a lungo hanno nascosto la propria identità per proteggersi da possibili ritorsioni.
È con questo spirito che a giugno Agi ha lanciato ItaliaLeaks, una piattaforma protetta per consentire a chiunque di comunicare anonimamente con la nostra redazione, allegando eventuali documenti, foto e video, per denunciare e combattere la corruzione e le pratiche illegali.
STRUZIONI PER L’UTILIZZO DI ITALIALEAKS
Abbiamo iniziato con il canale MafiaLeaks, il cui obiettivo è quello di raccogliere segnalazioni riguardanti le organizzazioni criminali che operano in Italia e all’estero. E dal principio di questa impresa, ItaliaLeaks ha ricevuto numerose segnalazioni e dedicato a ciascuna di esse un team di giornalisti che conducono le inchieste e fanno le verifiche. Perché gli informatori anonimi possono dare l’avvio, ma è giusto che a farsi carico del lavoro di indagine siano i giornalisti.
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Grazie a questa piattaforma chiunque può comunicare anonimamente con la nostra redazione, rivelando informazioni che pensa dovrebbero essere oggetto dell’attenzione dei giornalisti e corredandole di documenti. La tecnologia adottata da Agi fa sì che nessuno - neppure gli stessi giornalisti - possa risalire all’identità dell’informatore, a meno che non sia quest’ultimo a volerla rivelare.
Così come negli Stati Uniti, anche l’Italia ha bisogno di persone che sollevino la testa e segnalino irregolarità e malaffare che spesso vediamo, ma temiamo di denunciare.