Se continuerà a contestare apertamente regole di bilancio e politiche sui migranti, l'Italia rischia di perdere il primo convoglio dell'Europa a più velocità che Angela Merkel intende mettere in cantiere durante il vertice del 25 marzo a Roma per festeggiare i 60 anni dalla firma del trattato fondatore. Questo è il timore che sta emergendo tra diversi diplomatici italiani ed europei, nel momento in cui si sta aprendo la discussione sul futuro dell'Europa dopo la Brexit e l'ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca.
La Commissione europea ha annunciato l'intenzione di pubblicare un “libro bianco” appena prima del vertice del 25 marzo a Roma per delineare le sue idee sul futuro dell'Ue. "La velocità è importante, ma altrettanto importante è la direzione del viaggio”, ha spiegato il portavoce dell'esecutivo comunitario, Margaritis Schinas. “Per noi alla Commissione la direzione è l'unità dei nostri 27 Stati membri”. Ma Merkel beneficia del sostegno del presidente francese, François Hollande, che giunto alla fine del suo mandato potrebbe dare una spinta decisiva all'Europa a due velocità. “L'impostazione è quella voluta da Paolo Gentiloni”, che da ministro degli Esteri aveva promosso un'UE a velocità diverse, spiega una fonte diplomatica. Ma l'Italia “potrebbe non esserci in questo treno di partenza” a causa della sua attitudine sempre più negativa nei confronti dell'UE.
L'Europa a più velocità “potrebbe essere nella dichiarazione di Roma”
“Abbiamo imparato dalla storia degli ultimi anni che ci sarà un'UE a diverse velocità, nella quale non tutti parteciperanno allo stesso momento in tutti i passi di integrazione”, ha spiegato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, al termine del dibattito di venerdì scorso a Malta tra i capi di Stato e di governo sul futuro dell'UE. L'Europa a più velocità “potrebbe essere nella dichiarazione di Roma”, ha detto Merkel.
La determinazione di Berlino e Parigi ad andare avanti con l'UE a più velocità era già emersa nelle riunioni preparatorie del vertice di venerdì a Malta. Francesi e tedeschi avevano sottolineato che occorre prendere atto che non tutti i 27 membri del blocco hanno “una visione comune rispetto all'Europa” e lanciare la riflessione sulle “velocità diverse”, spiega un altro diplomatico a conoscenza del dibattito tra gli sherpa dei capi di Stato e di governo. Nel mirino di Germania e Francia ci sono soprattutto i paesi dell'Est che, durante la crisi dei migranti, hanno rifiutato una condivisione di richiedenti asilo.
Il rischio di alzare il livello di scontro con l'Europa
Ma sullo sfondo c'è anche la questione della governance della zona euro, che Berlino è pronta a rafforzare solo se gli altri Stati membri rispetteranno le regole del Patto di Stabilità. Se l'Italia “continua a dire che l'Europa è quella delle letterina e scontrarsi sullo 0,2% di manovra correttiva si va a infilare in una strada senza uscita”, spiega il diplomatico, chiedendo un atteggiamento più “pragmatico”.
L'Italia è tradizionalmente considerata un paese europeista ma, dopo l'arrivo a Palazzo Chigi di Matteo Renzi nel febbraio 2013, ha moltiplicato i contenziosi con l'UE su diversi dossier, in gran parte riconducibili alle politiche economiche e fiscali o alla crisi dei migranti. La Commissione è diventata il bersaglio di critiche per la richiesta di rientrare nei limiti previsti dal Patto di Stabilità o la poca attenzione agli investimenti. L'esecutivo comunitario è stato accusato di essere troppo morbido con i paesi che non accettano di condividere migranti con la relocation.
Per la prima volta nella storia, in novembre, l'Italia ha posto la riserva all'adozione della revisione del bilancio pluriennale dell'Ue. Dentro la Commissione cresce il malessere di fronte a un paese a cui sono state fatte importanti concessioni, in particolare in termini di flessibilità di bilancio. Il braccio di ferro attuale sulla manovra correttiva potrebbe avere un impatto sul dibattito in vista del vertice di Roma. “Se aprono la procedura” per deficit eccessivo aumentano le possibilità che l'Italia perda il treno più veloce dell'UE, spiega il diplomatico.