Nel 1960 l’aspettativa di vita per un cinese era di 43 anni, oggi è di 76. Nel 2050 gli anziani in Cina dovrebbero raggiungere la cifra di 500 milioni di persone.
Secondo le indagini effettuate periodicamente da Ctrip, leader del turismo online in Cina, le persone che si collocano nella fascia di età tra i 61 e i 70 anni rappresentano l’81% del mercato ed effettuano in media 5 viaggi l’anno. Spesso gli anziani cinesi vanno in vacanza con i figli, un comportamento retaggio della cultura confuciana che chiede ai figli di prendersi cura dei genitori.
Il dato è confermato da Ctrip che stima che il 79% dei viaggi per anziani siano un regalo offerto dai figli. In questo caso i viaggi sono spesso viaggi di gruppo, e le crociere – delle quali viene particolarmente apprezzato il contesto conviviale - sono molto gettonate.
All’estero i turisti senior apprezzano soprattutto la visita a siti naturali; ma proposte legate all’offerta benessere, come le Terme e le Spa, o i percorsi (a piedi, per fotografare gli scenari e tenersi in forma), mostrano di avere anch’essi molto appeal.
A fianco di queste proposte gli anziani apprezzano anche viaggi alla scoperta della gastronomia locale e dei prodotti tipici, o più semplicemente viaggi che permettano loro di apprendere cose nuove e fare nuove esperienze.
Spesso ignorati da chi si occupa di marketing e più in generale poco tenuti in considerazione dal mondo degli operatori turistici, gli anziani cinesi rappresentano un mercato molto interessante e una opportunità straordinaria. I viaggi intermediati all’estero per i cinesi della terza età sono un business in continua crescita, che ha fatto parlare di nuova miniera d’oro, e si prevede che saranno proprio i viaggi effettuati da questa fascia di età, il motore principale dello sviluppo turistico dei prossimi anni.
Chi sembra segnare il passo rispetto a questo è l’industria del turismo che non sempre ha programmi davvero adeguati ad aspettative che non sono più quelle di qualche anno fa. Programmi di viaggio standard e troppo di corsa, spostamenti troppo lunghi, guide e accompagnatori non adeguatamente formati o competenti relativamente alle esigenze specifiche dela terza età, e soprattutto offerte alberghiere non sempre all’altezza, o senza le necessarie garanzie di sicurezza, in primis alimentare, che andrebbero previste.
Eppure non mancano gli studi che mostrano come i turisti anziani cinesi che decidono di andare in vacanza all’estero abbiano una capacità di spesa superiore a quella di tanti giovani. La maggior parte di loro ha sofferto e risparmiato tutta la vita e ora non desidera che andare a vedere come è il mondo al di fuori della Cina.
Il sistema di offerta italiano deve dunque riuscire a comprendere meglio i loro reali bisogni e costruire proposte di fascino e non ghettizzanti. E il vero problema è proprio questo: come riuscire a costruire proposte che siano “per anziani” senza dichiararlo esplicitamente, per evitare un effetto boomerang.
Giancarlo Dall’Ara