Mentre l'Occidente si apprestava a scoprire le Americhe e colonizzare mezzo pianeta con le sue flotte, Zhang He, ammiraglio cinese, approdava in Africa per conferire dei doni alle popolazioni indigene come segno della grandezza dell'Imperatore Celeste, per poi ripartire e non far più ritorno. Da allora sono passati cinque secoli prima che la Cina tornasse a riscuotere.
Cina primo investitore in Africa con oltre 60 miliardi di dollari
Oggi la Cina è il primo investitore e partner commerciale dell'Africa e due terzi degli eserciti africani sono equipaggiati dai cinesi. La Nuova Via della Seta sta portando le multinazionali di Stato alla conquista del continente, attraverso un piano di sviluppo di oltre $60 miliardi di investimenti infrastrutturali, delocalizzazione di produzione e manodopera, sfruttamento di risorse naturali e prestiti agevolati per i governi che godono del "beneficio diplomatico".
Accusata di neocolonialismo. Ma la Cina ha anche un 'volto umano'
Nonostante il "piano di crescita pacifica" di Pechino non preveda l'interferenza politica, i critici non considerano questa pretesa verosimile. Infatti, l'impatto socio-economico in Africa sta già mostrando forti ripercussioni geopolitiche nell'ascesa della Cina a leader globale. Si parla sempre più spesso di neocolonialismo e di un Made in Africa pronto a emergere come il nuovo Made in China, la futura fabbrica del mondo. Eppure, sotto l'armatura del conquistatore c'è una parte umana della Cina in Africa che pochi conoscono.
Un centinaio di Ong cinesi in Africa impegnate a portare sviluppo sociale
Delle oltre 500mila Organizzazione non governative (Ong) in Cina, solo un centinaio operano in Africa. Queste poche realtà sono però riuscite a connettere innovatori, imprenditori, artisti e volontari per portare lo sviluppo sociale laddove i piani economici non arrivano. Nel 2011, attraverso la China Youth Development Foundation, imprenditori e filantropi cinesi hanno finanziato in Kenya, Burundi e Rwanda il "China-Africa Hope Project" per la costruzione di mille scuole primarie. La China Foundation for Poverty Alleviation ha investito $9,7 milioni nella costruzione di 13 ospedali in Sudan e nella formazione del personale medico. Progetti che vorrebbe replicare in Ciad, Kenya ed Etiopia. Da anni, China House si impegna invece per favorire l'integrazione sociale e culturale, portando avanti di recente importanti iniziative contro il commercio d'avorio, che anche la Cina vieterà entro la fine del 2017.
Leadership commerciale e responsabilità sociale
Altre Ong sono attive nel miglioramento della qualità di vita e nella formazione di migranti e lavoratori, nella prevenzione dell'Hiv così come nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Vi sono poi organizzazioni come la Chinese-African People's Friendship Ass. o la China Association for NGO Co-operation che assistono a livello organizzativo le Ong africane, fornendo strutture, facendo formazione e promuovendo la cooperazione interculturale.
Iniziative ritenute fondamentali anche per lo sviluppo della responsabilità sociale d'impresa nel continente. Sono numerosi inoltre gli esempi di artisti indipendenti che attraverso le loro opere, lavorano per umanizzare le relazioni tra cinesi e africani.
La doppia sfida delle Ong cinesi
Tuttavia, a differenza delle Ong occidentali, le organizzazioni mandarine hanno di fronte una doppia sfida. Esse, infatti, non si scontrano solo con le criticità del Paese in cui operano, ma principalmente con gli ostacoli posti dal loro stesso governo. Più che delle Ong sono infatti delle Gongo (Government-Organized NGO), ovvero delle Ong autorizzate dal governo. I fondi di queste organizzazioni in Africa non sono sufficienti per gli obiettivi preposti dagli stessi piani di sviluppo e, nell'ultimo anno, Pechino ha stretto la morsa intorno a loro. Allo stesso modo ha intensificato le persecuzioni contro gli attivisti per i diritti umani, come per l'arresto dei membri della Chinese Urgent Action Working Group, un gruppo di avvocati sino-svedesi impegnati nel fornire assistenza legale gratuita ai bisognosi e nel denunciare l'inefficienza e la corruzione delle autorità.
Un'occasione di sviluppo e tutela delle società civili in Cina ed Europa
E' chiaro dunque come la doppia sfida delle Ong cinesi in Africa non sia solo una questione africana, ma anche un occasione di sviluppo e tutela delle società civili in Cina e in Europa. Questo perché pur essendo sottoposte alle direttive del governo, tali organizzazioni operano con un piede dentro e uno fuori dal sistema-Cina, in giurisdizioni straniere con maggiore libertà di movimento e influenza esterna. Situazioni che hanno mostrato un potenziale di emancipazione civile significativo per entrambi i Paesi e, di conseguenza, anche per il resto del mondo.
Non parliamo solo di "aiutarli a casa loro", ma soprattutto di una Cina che nell'ambire al ruolo di leader globale sia più socialmente responsabile. C'è un volto umano della Cina in Africa che ancora oggi rende omaggio al dono di Zhang He, e di cui noi Europei dovremmo essere i primi supporter.