La poesia come forma espressiva per raccontare la vita, i drammi, le umiliazioni e le gioie delle donne africane. Dal dramma dei migranti alle violenze domestiche o familiari, dalle conquiste sociali ai valori estetici: dal 19 al 21 febbraio a Bologna si sentirà l'eco dei versi di decine di poetesse del continente nero, riunite nella rete ‘AfroWomenPoetry’, per una due giorni di letture, testimonianze e confronti. L'Africa verrà raccontata in prima persona, da una prospettiva inusuale, fuori dai soliti stereotipi e condizionamenti: vita quotidiana, sfide e conquiste, battaglie e tradizioni di un continente in costante cambiamento documentate nel linguaggio poetico di queste donne, non di rado in prima linea come attiviste dei diritti umani di diversi paesi dell’Africa subsahariana.
Una finestra aperta
A farcele conoscere è un’altra donna, una giornalista italiana, Antonella Sinopoli, che vive in Ghana da molti anni e da lì, nel 2017, ha avviato il progetto. ‘AfroWomenPoetry’ vuole essere una finestra aperta sul e dal mondo femminile dell’Africa sub-sahariana, con l’obiettivo di conoscere e comprendere meglio questo enorme continente, dando spazio alla voce delle donne.
“Ho pensato che il linguaggio poetico fosse quello più adatto – molto più di un’intervista o di un racconto – poiché sa essere completamente libero da inibizioni e da condizionamenti. Inoltre, non sono io, non siamo noi, a parlare o raccontare o – peggio – spiegare. Sono le donne stesse a farlo” dice all’Agi la fondatrice della rete al femminile.
Venti "Slameuse"
Il progetto non solo dà voce a queste artiste ma con registrazioni audio e video ci fa entrare nella loro vita quotidiana, nella propria città, nel proprio villaggio, dentro le loro case, sul luogo di lavoro e nello spazio dedicato alla creatività. Finora la Sinopoli ha incontrato 11 poetesse ghanesi, nove poetesse e ‘slameuse’ togolesi (protagoniste di ‘poetry slam’, gara tra poeti che recitano i loro versi), altre dieci in Costa d’Avorio per un totale di più di cento brani.
C'è poi uno spazio dedicato alle "Guests", artiste presentate attraverso interviste, audio e testi. Ma il viaggio non finisce qui: nei prossimi mesi le protagoniste di ‘AfroWomenPoetry’ si sposteranno in Uganda e man mano visiteranno il maggior numero possibile di paesi dell’Africa subsahariana.
“Penso ad AfroWomenPoetry come un ‘notiziario’ in versi. Ascoltandolo – e leggendolo – si comprende forse di più che attraverso articoli di giornale, spesso scritti da chi l’Africa non l’hai mai vista e, comunque, quasi sempre impregnati di eurocentrismo e luoghi comuni sul continente e chi lo abita” racconta la Sinopoli.
Africanità
Orgoglio della propria 'africanità', violenza domestica, desiderio di libertà e autonomia, uguaglianza tra sessi, stringenti regole sociali e familiari, emigrazione: sono questi alcuni dei temi affrontati dalle poetesse con vicende intime, esperienze soggettive, ma anche storie che portano a galla le lotte delle donne. Nei loro versi l’espressione poetica non ha soltanto una valenza estetica, intellettuale ma è impegno civile per esporsi ed esporre al mondo quello che accade davvero in Africa, quello che si sente, si vive e si è deciso di raccontare.
Alcune delle poetesse e ‘slameuse’ parte della rete ‘AfroWomenPoetry’ sono già note, hanno pubblicato opere, ma soprattutto partecipano ad 'happening', altre sono meno conosciute ma non per questo meno potenti. Vogliono essere protagoniste, in una società permeata da modelli occidentali, facendo (ri)scoprire l’identità africana, il patrimonio culturale, storico e umano dei rispettivi Paesi.
Primo incontro il 19 febbraio
Al centro del dibattito in Europa ma anche nella società civile africana, soprattutto tra i giovani, il tema delle migrazioni è molto presente nei versi delle poetesse che ne fanno emergere motivazioni profonde e conseguenze, sia per chi parte che per chi rimane.
Inoltre i loro testi indagano il tema difficile della violenza domestica, di cui sono vittime le donne a qualunque latitudine. “Violenza sono i matrimoni precoci, i mariti che abusano delle mogli e “pretendono” figli per rispetto alla cultura e tradizioni. Violenza sono quelle fisiche che le donne non denunciano per vergogna. Violenza è quella esercitata dai parenti del marito defunto che ti tolgono tutto o ti obbligano a sposare un parente perché i beni restino in famiglia” sottolinea l’ideatrice di ‘AfroWomenPoetry’, che dirige ‘Voci Globali’ - testata on-line centrata su Africa, diritti umani, giustizia sociale – peraltro editore e sponsor del progetto.
La due giorni in agenda a Bologna è un viaggio nell’universo della poesia femminile africana in un contesto transnazionale. Il primo appuntamento è per il 19 febbraio, dalle 14 alle 16, all’Università di Bologna, presso il dipartimento di lingue e letterature straniere, con un dibattito animato da esperti di linguistica e studenti. Sarà anche presentata la mostra fotografica “Feeling the Empowerment”, a cura di Giulia Zollino, antropologa ed educatrice sessuale, con gli scatti di Paola Perrone. Il secondo appuntamento si terrà il 21 febbraio dalle ore 17.30 presso il Centro Amilcar Cabral, con la collaborazione della Biblioteca italiana delle donne e il Centro delle donne di Bologna. Oltre il doppio appuntamento bolognese, le voci delle poetesse africane sono raccolte nel sito AfroWomenPoetry con testi e video in tre lingue: inglese, francese e italiano.