"I grandi uomini sono spesso violenti": la definizione dei potenti data dall'antropologo Marvin Harris, negli anni '
"Gli individui dominanti, crudeli, persuasivi e manipolatori sono perfetti per la lotta al potere e questi attribuiti dipendono dal circuito neuronale a dagli ormoni", scrive nel suo ultimo saggio, 'Cerebro y poder' ('Cervello e potere', pubblicato in Spagna per i tipi di Esfera de los Libros'). Dato che il potere richiede lotta e competenza, sono gli androgeni, gli ormoni sessuali maschili, che assumono un rilievo particolare. Tobena assicura che "la connessione tra il potere e il testosterone e' sempre positiva", anche se e' solo una componente del complesso cocktail neuronale di chi e' spinto dall'ansia di vittoria. Tutte caratteristiche, osserva il professore, che del resto si ritrovano in molti altri animali: "Le tragedie e i tradimenti sono all'ordine del giorno tra gli scimpanze': la loro abilita' nel tessere o rompere le alleanze, la tendenza a ricordare offese e vendette sono elementi cruciali di un'intelligenza machiavellica".
In questa linea, una ricerca pubblicata nel 2007 da un italiano che lavora all'University of Chicago. Dario Maetripieri ha mostrato come i macachi vivano in societa' con forti gerarchie di dominio, in cui gli individui competono costantemente per raggiungere un elevato status sociale; e lo fanno utilizzando le aggressioni piu' spietate, il nepotismo e complesse alleanze politiche: "Forse questa intelligenza machiavellica e' il segreto del nostro successo come specie perche' puo' contribuire all'evoluzione del cervello". Non solo, scrive il quotidiano 'El Mundo', che ha dedicato ampio spazio alle radici biologiche del carisma politico. Secondo lo psicologo Inaki Pinuel, pioniere nelle ricerche sul 'mobbing', la politica e' un campo d'azione ideale per gli psicopatici. "I leader carismatici hanno un fascino che e' lo stesso degli psicopatici: quelli piu' antisociali sono quelli piu' capaci di attirare seguaci".
Febbraio 2008