(AGI) - CdV - "Il numero di coloro che ignorano Cristoe non fanno parte della chiesa e' in continuo aumento, ma Dioapre alla chiesa gli orizzonti di un umanita' piu' preparataalla semina evangelica. Questo e' il momento di impegnare tuttele forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione e la missioneverso le genti". Lo scrive Giovanni Paolo II nella sua enciclica "Redemptoris missio", scritta per rilanciarel'impegno missionario della Chiesa che sembra essersi appannatoanche a causa di errate interpretazioni dell'insegnamanto delconcilio vaticano ii sul rispetto della liberta' di coscienza.
Tale insegnamento, in realta', non esclude il fondamentaledovere di tutti i battezzati ed in particolare dei sacerdoti edei religiosi di annunciare la buona novella di cristo. Sitratta, dice il Papa, del "primo servizio" che la chiesa puo'rendere "a ciascun uomo e all'intera umanita' nel mondoodierno".
Non a caso il Pontefice ha deciso di pubblicare questosuo nuovo e podereso documento (otto capitoli, per un totale di139 pagine) proprio nel 1990 cioe' nel 25mo del decreto conciliare "Adgentes", dedicato alle missioni cattoliche e che, forse,nell'opinione pubblica ecclesiale ha avuto meno successo delladichiarazione "dignitatis umanae" dalla quale si vorrebbe fardiscendere l'abbandono di ogni forma di proselitismo da partedei cattolici. Secondo Papa Wojtyla, l'annuncio delvangelo "nulla toglie alla liberta' dell'uomo, al dovutorispetto delle culture, a quanto c'e' di buono in ognireligione". Anzi le altre religioni, spiega il Papa,rappresentano per la chiesa cattolica "una sfida positiva" inquanto il dialogo con esse "tende alla purificazione econversione interiore, eliminando pregiudizi e intolleranza. L'impegno missionario, dunque, non puo' prescindere da quello"ecumenico", ma i due debbono "armonizzarsi". cio', pero'non e' sempre accaduto nel recente passato ed ora "la missionesembra in fase di rallentamento" perche' "difficolta' interneed esterne ne hanno indebolito lo slancio".
Il nostro tempo, invece, ha "urgenza" dell'azionemissionaria della chiesa. "Il mondo odierno - si leggenell'enciclica - conosce stupende conquiste ma sembra aversmarrito il senso delle realta' ultime e della stessaesistenza".
Per dimostrarlo, il documento ricorda il crollo diideologie e di sistemi politici oppressivi, l'apertura dellefrontiere ed il formarsi di un mondo piu' unito rilevando che"nuovi spazi" si offrono cosi'all'annuncio del Vangeloperche' vanno affermandosi tra i popoli i "valori che Gesu' haincarnato nella sua vita, come la pace la giustizia lafraternita' e l'attenzione ai piu' piccoli".
Nell'enciclica, poi, il pontefice mettein guardia dalla concezioni' riduttive" dell'impegnomissionario della chiesa rilevando "la tentazione" diintendere il cristianesimo come "una sapienza umana, quasi unascienza del buon vivere". E' questa una "secolarizzazionedella salvezza per un uomo dimezzato e ridotto alla soladimensione orizzontale. All'eccesso di questa visioneunicamente "antropocentrica, per la quale contano soltanto iprogrammi e le lotte per la liberazione socio-politica, in unorizzonte chiuso al trascendente, se ne oppongono altri per iquali (concezione regnocentrica) la chiesa dovrebbe unicamenteproclamare i valori di pace, giustizia e fraternita' del regno,mettendo in sordina Cristo e la conversione a Cristo, o(concezione teocentrica) privilegiare il mistero dellacreazione della primitiva rivelazione di Dio a tutti i popoli. Giovanni Paolo II proclama invece che Cristo e la redenzionesono il nucleo centrale dell'annuncio della chiesa.
Il documento, infine, analizza le condizioni nellequali le chiesa e' chiamata oggi a svolgere la sua missione,soffermandosi in particolare sulla realta' delle comunicazionisociali che hanno reso l'umanita' "un villaggio globale". Inproposito, nota che il messaggio della chiesa deve essere"integrato" nella nuova cultura creata dalle comunicazioni. E'da rilevare che queste considerazioni sono, nel documento,parallele a quelle sulla mutata situazione delle terred'Africa, Asia e America latina tradizionalmente di missione,dove al posto dei villaggi nascono grandi citta' nelle quali"convergono migrazioni di massa e milioni di profughi, genteche fugge fame e conflitti" e rappresenta una facile predadelle sette religiose.
L'ultima enciclica di Giovanni Paolo II prima di questa era la"Sollicitudo rei socialis" del 1988. Le altre sono la"Redemptor hominis" del 1979, la "Dives in misericordia"Dell'80, la "Laborem exercens" dell'81, la "SlavorumApostoli" dell'85, la "Dominum et vivificantem" dell'86 e la"Redemptoris mater" dell'87.