(AGI) - CdV - "No" definitivo e motivato al sacerdoziodelle donne da parte del Papa polacco, che su questo argomento resta intransigente, ma che continua a compiere ogni sforzo perche' sia rivalutata ladignita' della donna, spesso emarginata in molte societa',chiesa compresa, e riconosciuto a pieno titolo il suo ruolo,non sempre valorizzato. Alle donne di tutto il mondo, Giovanni Paolo II dedica uno dei piu' lunghi documenti del suopontificato (oltre 120 pagine a stampa) che comunque nonmanchera' di suscitare vive reazioni specialmente negliambienti del femminismo piu' oltranzista e fra quei gruppisparsi un po' in tutto il mondo che da anni chiedono l'accessodella donna al sacerdozio e che nutrivano speranze in tal sensodopo l'ultimo sinodo dei vescovi. Intitolato "mulierisdignitatem" (la dignita' della donna) il documento Papale cheverra' pubblicato ufficialmente il 30 settembre prossimo e chel'Agenzia Italia e' in grado di anticipare oggi, nella suastesura definitiva inviata a tutte le conferenze episcopali, e'stato redatto da Papa Wojtyla "con stile e carattere dimeditazione". Nello stesso documento, firmato dal Papa il 15agosto, festivita' dell'assunzione, e che consta di unaintroduzione, 7 capitoli ed una conclusione, Papa Wojtylaannuncia la pubblicazione di una "esortazione" post-sinodaleche "conterra' - dice - le proposte di carattere pastorale sulruolo della donna nella chiesa e nella societa"'. Il no alsacerdozio e', comunque, ribadito fin da ora. Nel settimocapitolo, intitolato "la chiesa, sposa di Cristo", Papa Wojtyla ne spiega il motivo.
Peraltro, la "Mulieris dignitatem"costituisce senza dubbio un appello vibrante contro ogni formadi discriminazione della donna: "la verita' rivelata sullacreazione dell'essere umano come uomo e donna - dice il Papa -costituisce il principale argomento contro tutte le situazioniche essendo obiettivamente dannose, cioe' a dire ingiuste,contengono ed esprimono l'eredita' del peccato che tutti gliesseri umani portano con se"'. Riferendosi alla sensibilita'moderna di fronte ai diritti della donna, nel piu' vastocontesto dei diritti umani, Giovanni Paolo II afferma: "ilmessaggio biblico e evangelico custodisce la verita' sopral'unita' dei due, cioe' a dire su quella dignita' e vocazioneche risultano dalla diversita' specifica e dalla originalita'personale dell'uomo e della donna ... la donna, in nome dellaliberazione del 'dominio' dell'uomo, non puo' tendere adappropriarsi delle caratteristiche maschili contro la suapropria originalita' femminile. Esiste il fondato timore chelungo questo cammino la donna non giungera' a 'realizzarsi' epotrebbe al contrario deformare e perdere cio' che costituiscela sua ricchezza essenziale". L'autentico femminismo, pero',e' considerato dal Papa come una ricchezza enorme. "Le risorsepersonali della femminilita' non sono certamente minori dellerisorse della mascolinita': sono solo differenti. Diconseguenza, la donna, come per parte sua anche l'uomo, deveintendere la sua propria 'realizzazione' come persona, la suadignita' e vocazione sulla base di queste risorse in armoniacon la ricchezza della femminilita"'. In uno dei capitoli piu'suggestivi del documento - il V - dedicato alle parole e agliatteggiamenti di cristo nei confronti delle donne, Papa Wojtylaafferma che "Cristo fu di fronte ai suoi contemporanei ilpromotore della vera dignita' della donna e della vocazionecorrispondente a questa dignita' ... negli insegnamenti di Gesu', cosi' come nel suo modo di comportarsi non si trova perniente riflessa l'abituale discriminazione della donna propriadel tempo".