Sciare di notte. Questo è il consiglio per gli appassionati della neve dopo due inverni all’insegna delle forti limitazioni dovute alla pandemia. Questa storia ci porta in giro per il mondo alla ricerca della sciata infinita, quella che va oltre le leggi della natura e delle buie serate invernali. Perché è così tanto il desiderio di riprendersi gli spazi in montagna che, certamente, il tramonto non farà venire voglia agli appassionati di bombardino e doccia calda. Per fortuna, in molte località alpine e appenniniche c’è la possibilità di continuare a tracciare con gli spigoli il manto bianco anche ben oltre l’orario normalmente consentito: tutto grazie all’illuminazione notturna. La moda in Italia è iniziata a cavallo del Duemila (leggendo questo articolo scoprirete per merito di chi) e dopo i primi tentativi con pochi chilometri, più per il gusto di inserire un’attività diversa nella routine della settimana bianca, si è arrivati a lunghi tratti illuminati per garantire sciate perfette in sicurezza e sotto l’insolito paesaggio di un cielo stellato. Senza dimenticare che baite e chalet offrono ormai un ricco calendario di eventi “apres-ski” con musica dal vivo e degustazioni gastronomiche in quota. Ma quanti sono gli italiani con gli sci ai piedi pronti a riprendersi la montagna? La scorsa stagione invernale (almeno nelle intenzioni, bloccate poi dalle restrizioni per Covid-19) sono stati stimati quasi 4 milioni di praticanti (studio del 2021 di JFC srl per Skipass Panorama Turismo), con oltre 2 milioni di sciatori da discesa.
Facciamo un passo indietro: chi per primo ha avuto l’idea di illuminare una pista da sci? Andiamo negli Usa, e più precisamente a Pittsfield, in Massachusetts. L’uomo della provvidenza per gli amanti dello sci è l’imprenditore Clarence Bousquet: sulle colline del suo appezzamento di terra riconverte il business agrario di famiglia dopo la Grande Depressione e installa un paio di ski-lift a corda nel 1933. Visto il grande successo, si mette in affari con un provider di energia elettrica e, con la stagione invernale del 1936, installa riflettori a vapori di mercurio per illuminare le piste. Bousquet è conosciuto da quel momento come il padre fondatore del turismo invernale statunitense e il suo nome è dal 2003 nella Hall of Fame della federazione sciistica Usa. Grazie alla sua intuizione in molte altre stazioni sciistiche, soprattutto del Nord Europa, è stato possibile praticare sport sulla neve anche durante il lungo e buio inverno scandinavo. E qui la serie di coincidenze ci riporta in Italia.
Spostiamo il calendario a lunedì 12 dicembre 1994: al Sestriere si svolge la prima gara della Coppa del Mondo di sci alpino in notturna. Nella località piemontese va in scena uno slalom speciale sperimentale che però riscuote grande successo, tanto da diventare un format irrinunciabile per Mondiali e Olimpiadi negli anni a venire. Il merito è sicuramente da attribuire ad Alberto Tomba, l’atleta capace di infiammare l’entusiasmo di tutti gli italiani con le sue gare e il suo personaggio singolare. L’epica dell’evento racconta di questo quasi mitologico sciatore azzurro, sofferente per una botta al costato, che con determinazione – e forse un filo di follia – decide di giocarsi per soli 6 centesimi la vittoria contro lo svedese Thomas Fogdoe, uno abituato alla luce artificiale, visto che nella nativa Gällivare le giornate invernali impongono da decenni l’illuminazione per tutte le piste da sci. Anche grazie a quella vittoria dell’Albertone delle Nevi nasce il progetto che prevede di dotare le località sciistiche dei primi impianti di illuminazione, fondamentali per allenarsi e sciare con il buio.
L’ultima tappa di questa storia è una località sciistica che ha fatto da teatro della prima gara di Coppa del Mondo sulle Alpi lombarde: l’Aprica. Nella provincia di Sondrio, in Valtellina, la prima discesa libera fu vinta dall’austriaca Brigitte Totschnig il 10 dicembre 1975. Nel vasto comprensorio sciistico Aprica-Corteno, la skiarea del Baradello, costituita da circa 15 km di piste di varie difficoltà, servita da una seggiovia quadriposto coperta, offre l’emozione dello sci in notturna in un ambiente davvero perfetto. Eni gas e luce, con i partner SEA (società del gruppo che si occupa, tra le altre cose, di servizi per l’efficientamento energetico) e Corus Srl, ha illuminato la pista Superpanoramica Baradello 2000, che con i suoi 6 km è la più lunga d’Europa su cui si possa sciare con luce artificiale. Tutto questo è stato possibile grazie all’installazione di 122 pali e 366 proiettori Led.
Vi raccontiamo questa storia, direttamente attraverso la voce dei protagonisti, nella puntata del podcast Vitamina E – Energia ed Efficienza secondo Eni gas e luce.