AGI/Vista - "Voglio essere chiaro: non sono qui per rappresentare un partito politico, non sono qui per rappresentare uno Stato membro, sono qui oggi per affermare il mio impegno per l'Europa", Così il vicepresidente designato per la Coesione e le Riforme della prossima Commissione europea, Raffaele Fitto, rivolgendosi agli eurodeputati della commissione Affari regionali, nel suo discorso introduttivo durante l'audizione di conferma al Parlamento europeo. (/ Ebs Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)
Fitto non ha avuto grosse difficoltà, tutto sommato, nelle oltre tre ore e mezza di audizione nella commissione Affari regionali per la sua conferma a vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle riforme nella nuova Commissione di Ursula von der Leyen. Ma il suo giudizio è rimasto sospeso, assieme a quello degli altri cinque vicepresidenti designati e del commissario ungherese, Oliver Varhelyi, a causa di un braccio di ferro tra le forze politiche e una serie di veti incrociati. Se ne riparla nei prossimi giorni, quando la maggioranza Ursula avrà fatto chiarezza sulla sua composizione.
A von der Leyen i socialisti - anche quelli italiani del Pd - imputano di aver dato al suo Collegio, con la vicepresidenza a Fitto (Ecr), un'ossatura che non rispecchia il voto di luglio scorso con cui è stata riconfermata al vertice di Palazzo Berlaymont (l'hanno sostenuta popolari, socialisti, liberali e verdi; contrari i conservatori di Ecr, Sinistra, patrioti e sovranisti). Per ridurre le distanze, intanto, il capo delegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, ha annunciato che la sua truppa voterà a favore della nuova Commissione.
Il Pd che comunque si trova in una posizione scomoda - con una frattura interna - chiede di mettere su due piani le valutazioni: "di base il giudizio è positivo su Fitto in audizione", ha detto, tra gli altri, l'eurodeputato Dario Nardella; si pone però la scelta politica di von der Leyen di affidargli la vicepresidenza e la questione verrà affrontata quando i deputati saranno chiamati a votare il Collegio nel suo complesso (l'ultima settimana di novembre a Strasburgo, salvo inciampi nelle audizioni).
Per Fratelli d'Italia sono sofismi. E lo ha chiarito direttamente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che è intervenuta in merito con un post su X. "I miei complimenti a Raffaele Fitto, commissario italiano designato per la prossima Commissione europea, per la competenza che ancora una volta ha dimostrato nell'audizione di stamattina al Parlamento europeo. Una competenza che, nel merito, gli è valsa l'apprezzamento di moltissimi presenti di diverse famiglie politiche. Anche alcuni esponenti della sinistra italiana lo hanno riconosciuto, e li ringrazio per questo. Ma per questo trovo inconcepibile che alcuni esponenti del Pd chiedano adesso di togliere al commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva della Commissione europea. Vorrei sapere dalla segretaria del Pd se questa è la sua posizione ufficiale: sottrarre all'Italia una posizione apicale per impedirle di avere una maggiore influenza anche su settori chiave come agricoltura, pesca, turismo, trasporti e infrastrutture strategiche. Possibile che preferisca mettere il proprio partito davanti all'interesse collettivo?".
La resa dei conti è in calendario per i prossimi giorni. A ulteriore prova della delicatezza della partita è la visita a sorpresa di von der Leyen al Parlamento europeo. Ha saltato la Cop29 di Baku proprio per affrontare eventuali imprevisti. A metà pomeriggio si è presentata nell'edificio di Place du Luxembourg dove ha incontrato, separatamente, la leader dei liberali, Valerie Hayer, e la presidente del gruppo dei socialisti (S&d), Iratxe Garcia Perez.
Tornando a Fitto, nell'audizione è stato subito chiaro: "Non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui per rappresentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno per l'Europa. Sono consapevole dei requisiti imposti ai membri della Commissione in base ai trattati e al Codice di condotta. Se confermato, li rispetterò rigorosamente e agirò sempre e solo nell'interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini". E più volte nel corso delle tre ore, ha ribadito il suo impegno per il rispetto dello Stato di diritto, per il confronto con gli enti locali e ha preso le distanze dai voti espressi al Parlamento europeo quando era co-presidente del gruppo dei conservatori. "Era un altro ruolo, non si possono estrapolare le affermazioni fuori dal loro contesto", ha evidenziato.
L'astensione sul Next generation Eu? "Avevamo dei dubbi sull'attuazione che ora non ci sono più. Se si votasse domani, voterei a favore". E ancora, sui rapporti con il governo italiano: "Sarò indipendente, e sarò equidistante da tutti i 27 stati membri". Il Green deal? "Seguo le linee guida di von der Leyen che comunque presentano aperture". Armi con i fondi di Coesione? "Non è possibile, non si può fare". Infine l'appello: "Cinque anni fa io ho votato Elisa Ferreira, facendo prevalere l'interesse generale. E sono questi i segnali di cui ha bisogno l'Europa".
Una performance che ha raccolto il favore di destra e centrodestra, di una parte del centrosinistra e di liberali ma non ha soddisfatto Verdi e Sinistra (di cui fa parte il M5s) che hanno confermato il loro voto contrario. Tuttavia la valutazione non è cosi' lineare. In risposta alle criticità espresse da alcuni deputati socialisti, i popolari hanno risposto minacciando di fare cadere la spagnola Teresa Ribera, designata al ruolo di supercommissario di questa legislatura. I popolari spagnoli, che a Ribera imputano anche errori dopo l'alluvione a Valencia, hanno già detto che non la votano. Ma per la maggioranza Ursula sarebbe 'to big to fail'. Per non escludere nessuna carta dal tavolo, sono stati 'congelati' anche i liberali Kaja Kallas (su cui non ci sono dubbi) e Stephane Sejournè così come il 'patriota' Varhelyi. Se cade uno, rischiano di cadere tutti.