Unicef lancia oggi un nuovo video che presenta in parallelo le storie di un giovane rifugiato siriano e un uomo, che è stato rifugiato da bambino, durante la Seconda Guerra Mondiale. Una dura testimonianza delle sfide che i bambini rifugiati continuano ad affrontare. Nel mondo, circa 50 milioni di bambini sono stati sradicati – 28 milioni dei quali hanno lasciato le proprie case a causa di conflitti che non hanno voluto, mentre altri milioni migrano con la speranza di trovare una vita migliore e più sicura. I bambini rappresentano oltre la metà dei rifugiati nel mondo, nonostante il fatto che siano meno di un terzo della popolazione globale. Nel 2015 circa il 45% di tutti i bambini rifugiati proveniva da due paesi: Siria e Afghanistan – mentre circa il 75% dei bambini rifugiati nel mondo, proviene da appena 10 paesi. Il più grande numero di bambini rifugiati proviene dalla Siria proviene con oltre 2,3 milioni di bambini registrati dall’UNHCR, seguita dall’Afghanistan con 1,3 milioni.
Il video, della durata di 120 secondi e realizzato con 180 Amsterdam, compara le storie di Ahmed, 12 anni fuggito da Damasco in Siria, e Harry, 92 anni da Berlino, in Germania. I due protagonisti raccontano le loro storie personali: essere costretti a lasciare la propria casa e intraprendere viaggi alla ricerca di un posto sicuro. Nonostante tra loro ci sia una differenza di oltre 70 anni, le due storie hanno molti punti in comune e il video alterna immagini di rifugiati siriani e immagini storiche dalla Seconda Guerra Mondiale.
Nel video, Ahmed e Harry descrivono terribili dettagli delle loro esperienze, compresi attacchi alle scuole e alle case, l’essere costretti a scappare per paura di perdere la propria vita e i pericolosi viaggi via terra e mare.
Harry ha finalmente trovato salvezza nel Regno Unito, dove ancora vive, mentre Ahmed ha raggiunto la Svezia, dove è stato riunito con la sua famiglia ed ora è tornato a scuola.
Spesso traumatizzati da conflitti e violenza scappano, affrontando ulteriori pericoli lungo la strada, compresa morte e ferite mentre attraversano terre pericolose e viaggi in mare, malnutrizione e disidratazione, traffico, rapimenti, stupri e omicidi.
“Le necessità dei rifugiati non sono mai state così grandi. Ora, più che mai, hanno bisogno del nostro supporto. Noi speriamo che questo video servirà come testimonianza, perché dietro ogni titolo c’è la storia di un bambino. Non rifugiati, non migranti, ma bambini, per i quali l’unico sogno è la salvezza e la possibilità di un futuro migliore,” ha dichiarato Paloma Escudero, Direttore UNICEF per la Comunicazione.