AGI - Niente finale del torneo Atp 1000 di Montecarlo per Jannik Sinner. Sarà Holger Rune domani a giocare contro il russo Andrej Rublev. L'altoatesino si è arreso in semifinale al diciannovenne danese in tre set (1/6-7/5-7/5) in due ore e 45 minuti gioco, con tre quarti d'ora di interruzione per la pioggia, quando Sinner dopo aver vinto il primo set 6/1 era sotto 3 a zero nel secondo. Rune ha chiuso la partita al primo match point.
Rublev il primo finalista del torneo Atp 1000 di Montecarlo. Il russo - quinta testa di serie del tabellone - ha sconfitto l'americano Taylor Fritz (ottava testa di serie) con il punteggio di 5-7/6-1/6-3, al termine di un match che e' stato interrotto per la pioggia quando il punteggio era di 3-2 per il russo al terzo.
Il solitario contro il "bad boy"
Con il 56 per cento delle prime palle in campo è difficile andare lontano anche se ci si chiama Jannik Sinner. L'azzurro esce sconfitto al termine di una battaglia di due ore e quaranta contro il bad boy Holger Rune (1/6-7/5-7/5) soprattutto perché il servizio non lo ha sorretto come avrebbe dovuto: con poche prime palle e le seconde che troppo spesso sono risultate insipide o almeno inefficaci è stato faticosissimo per l'azzurro tenere i propri turni di servizio: Jannik ha faticato come un dannato nel secondo e nel terzo set per riuscirci. Crollando sul traguardo proprio quando era lui a servire. Ma a parte la prima frazione di gioco in cui Jannik ha capitalizzato il fatto di essere sceso in campo più concentrato e più reattivo sul piano muscolare, il fattore che ha condizionato pesantemente l'esito del match è stato soprattutto quello mentale.
Con il danese vero maschio alfa in campo, sia nelle sue apprezzabili declinazioni tattiche (è andato all'assalto in ogni singolo punto) sia in quelle comportamentali, compresi atteggiamenti non certo condivisibili che ne fanno oggi l'erede di una tradizione guascona e talvolta maleducata che ha visto in Nastase, Connors e in tempi più recenti France Tiafoe e Nick Kyrgios i suoi rappresentanti più celebri.
Rune prima ha palesemente chiesto la sospensione del match sul set point per Sinner nel primo set, alle prime gocce di pioggia; poi, quando si è tornati in campo dopo la sospensione, ha preso a duellare col pubblico con gesti da ragazzino arrogante (lo stesso atteggiamento che già gli è costato la reprimenda di Wawrinka) trasformando quella corrida in benzina per il suo motore. Quella stessa corrida in cui Sinner non si ritrova e che, anzi subisce. Era già successo, seppur con toni diversi a Vienna con Tiafoe. Rune è un provocatore in erba pronto a gettarsi nella rissa fuori dal pub; Sinner è il solitario escursionista di montagna che se c'è silenzio è meglio. Non è detto che sarà sempre così ma oggi ha avuto la meglio il provocatore.
Una sconfitta dolorosa
Ciò che è certo è che Sinner da un lato dovrà abituarsi anche a duellare nella corrida invece di assumere un atteggiamento remissivo davanti al tennista alfa. E dall'altro, resta ancora qualcosa da fare per potenziare il suo bagaglio tecnico. Non si può arrivare nella top five se appena c'è da giocare la palla di tocco si va in crisi, se i piedi restano ancorati sulla riga di fondo anche quando il dritto di attacco ha mandato l'avversario nella prima fila della tribuna; se lo smash faticosamente conquistato spesso si rivela tremebondo e non definitivo.
Cahill e Vagnozzi hanno ancora del lavoro da fare. Di buono c'è che Sinner impara in fretta. E, c'è da giurarci, dopo una sconfitta così dolorosa come quella contro Rune accelererà ancora i tempi di apprendimento.