AGI - Niente da fare per Jannik Sinner. Il 1enne azzurro non è riuscito a bissare la vittoria del torneo di Montpellier ed è uscito sconfitto dalla finale del torneo Atp 500 di Rotterdam per mano dell'ex numero uno del mondo Daniil Medvedev, che si è imposto per 5-7, 6-2, 6-2 in due ore e 28 minuti di gioco.
Jannik ha disputato un primo set di alto livello, più o meno lo stesso che ha contraddistinto le sue prestazioni la settimana scorsa a Montpellier e nel corso della settimana in Olanda; ma già dall'inizio della seconda partita il russo ha preso in meno le redini del match e non le ha più abbandonate. Il doppio 6-2 sintetizza perfettamente il divario visto in campo fra i due giocatori con l'italiano assai meno performante al servizio e decisamente troppo monocorde per impensierire uno dei migliori ribattitori del circuito. Uno dei fattori che ha influenzato l'esito del match è stato però il diverso livello di fatica cui i due giocatori hanno dovuto sottoporsi prima di arrivare alla finale.
Medvedev in semifinale aveva giocato nel pomeriggio, passeggiando un'oretta per lasciare solo tre game a Dimitrov. E il Sinner in campo per la finale non era quello fresco dell'ottimo e vittorioso match contro Tsitsipas considerando che era rimasto in campo oltre due ore nel match serale per per aver ragione di Griekspoor in semifinale. Nel primo set, quando le energie mentali e fisiche lo hanno supportato, l'azzurro ha sbagliato pochissime scelte e si è sottratto spesso al palleggio prolungato e snervante di cui il russo è maestro; dall'inizio del secondo set in poi le gambe hanno iniziato a rispondere con meno efficacia e l'azzurro è diventato via via più remissivo.
Medvedev salirà da domani al numero 8 della classifica Atp mentre Sinner si attesterà al numero 12. L'altoatesino è in tabellone questa settimana a Marsiglia ma solo nelle prossime ore si saprà se prenderà parte al torneo francese o se sceglierà di fermarsi in vista della trasferta nordamericana di inizio marzo con Indian Wells e Miami. L'azzurro tornerà ora in Francia per giocare l'Atp 250 in scena sul duro indoor di Marsiglia.
Una sconfitta che non è una bocciatura
La sconfitta di Sinner non è una bocciatura anche se le attese degli appassionati italiani di tennis sono molto cresciute nelle ultime due settimane in cui l'azzurro ha mostrato progressi evidenti e consolidati, quelli che gli hanno consentito di battere il numero 4 della classifica mondiale Stefanos Tsitsipas nel secondo turno di Rotterdam. Ma ciò non significa, e lo si è visto nettamente nel secondo e nel terzo set della finale contro Medvedev, che Jannik abbia già raggiunto un livello che gli consenta di giocare sempre alla pari con i top 5 o con quelli, tipo il russo ex numero uno del mondo, che sono più indietro in classifica per motivi contingenti ma il cui valore è superiore.
La cura dei coach Cahill-Vagnozzi sta funzionando, eccome: non siamo certo davanti ad un giocatore che, come qualche osservatore malizioso potrebbe sostenere, dispone di colpi sufficienti solo per vincere titoli a livello 250 mentre quando si sale di livello (500, 1000 o i tornei dello Slam) c'è sempre qualche limite che gli impedisce di sollevare il trofeo. Premesso che un titolo 500 in carriera Sinner l'ha già vinto e ormai quasi due anni fa (il 500 di Washington) è bene ricordare cos'era e cosa aveva vinto Medvedev quando aveva 21 anni, la stessa età di Sinner oggi: non solo non aveva vinto alcun titolo nè giocato alcuna finale a livello 1000 ma nemmeno a livello 500.
Il 21enne altoatesino ha già al suo attivo una finale persa contro Hurkacz nel 1000 di Miami: ma ha già giocato complessivamente nove finali nel circuito vincendone ben sette. Il tempo gioca a favore di Sinner come e più di sempre; specie considerando cosa ha messo in mostra nelle ultime due settimane. Il Medvedev visto a Rotterdam è lo stesso che è stato n.1 al mondo e ha vinto a New York. L'azzurro ha perso contro di lui solo perchè dopo aver conquistato la prima frazione di gioco, non ha avuto più le energie mentali e fisiche per mettere in campo quell'esplosività e quella varietà di colpi (non solo non è più sceso a rete ma non è mai riuscito a costruire le condizioni per provarci) che aveva messo in mostra contro Tsitsipas.
Nel prossimo futuro probabilmente sarà necessaria un'ulteriore e moderata crescita muscolare e, soprattutto, quel salto mentale che tiene fuori dal cervello, quando si gioca contro avversari contro Medvedev, la sensazione di essere inferiori. L'azzurro presto non dovrà patire complessi di inferiorità nei confronti di nessuno. E riuscirà finalmente a battere il russo, che ora vanta cinque vittorie su cinque.