AGI - "Tsitsipas è uno dei giovani più interessanti ed è cresciuto molto, domenica sarà una bella partita e... vinca il migliore". Novak Djokovic ha salutato così il suo prossimo avversario in finale agli Australian Open, il greco Stefanos Tsitsipas.
Domenica alle 9.30 ora italiana il serbo scenderà in campo per vincere il suo decimo titolo a Melbourne, il suo 22esimo slam e per diventare di nuovo numero 1 al mondo tornando a indossare quello scettro che aveva volontariamente abbandonato inseguendo le sue psicosi no-vax.
Con Tsitsipas sarà l'incontro numero 12 e, stando ai numeri, non ci dovrebbe essere partita: il serbo ha perso solo due volte, nel 2018 e 2019, aggiudicandosi le ultime nove partite. Tra queste, la più importante conquistata con grande fatica nel 2021: la finale del Roland Garros vinta recuperando da due set a zero (6-7 2-6 6-3 6-2 6-4.
L'ultima volta che i due si sono incontrati, in finale a Torino alle Nitto Atp Finals, Djokovic ha superato il greco in un match molto equiliobrato vinto comune in due set per 6-4 7-6.
Per il serbo, 35 anni e uno stato di forma eccezionale, l'occasione di riprendersi quello che da anni ormai è suo, per il greco invece l'occasione unica di conquistare il primo slam in carriera e diventare contemporaneamente numero 1 del mondo compiendo quella profezia che in tanti si sono affrettati a pronunciare cinque anni fa quando fece la sua comparsa sui campi di tennis mostrando un gioco che ricordava quello di sua maestà Roger Federer.
Nel 2019, quando Tsitsipas sconfisse proprio Federer in semifinale alle Atp Finals (che poi avrebbe vinto sconfiggendo 6-7 6-2 7-6 Dominic Thiem), si parlò di passaggio del testimone. Ma non era così perché nè King Roger, nè gli altri due Big Three, Djokovic e Nadal, avevano alcuna intenzione di lasciare spazio alla cosiddetta Next Gen.
Ora che Federer è ufficialmente un ex tennista, che Nadal è alle prese con un fisico che inizia a cedere vistosamente, resta in pista purtroppo per lui (e per i tanti giovani o ex giovani del tennis) Novak Djokovic che sembra non sentire il tempo che passa.
"Sono al 110% - ha detto alla fine dell'ennesima partita perfetta in cui ha 'asfaltato' il povero Tommy Paul - ci alleniamo tante ore, sul campo e in palestra, per giocare queste partite in tre set su cinque. So cosa aspettarmi, ormai ho tanta esperienza, per cui so che ci sono momenti in cui ho dei cali o sento le gambe un po' molli, ma c'è il tempo per recuperare", ha spiegato.
'Djoker' è in pista da quasi vent'anni (a Melbourne ha festeggiato oggi 15 anni dalla sua prima partita in questo slam), ma anche 'Tsitsi' ha ormai maturato molta esperienza e la sconfitta rocambolesca a Parigi nel 2021 dovrebbe avergli insegnato molto.
Innanzitutto, che i Big Three (o i Fab Four, visto cosa ha fatto Andy Murray con l'anca di titanio quest'anno a Melbourne, vincendo due 'maratone' con Berrettini e Kokkinakis e restando in campo oltre 11 ore) non mollano mai. Ma proprio mai: puoi pensare di aver vinto solo dopo aver vinto.
Altro insegnamento: in un match con Djokovic devi saper gestire le forze perché ci sarà un momento in cui abbasserai la guardia e sarai trafitto dal serbo. Ultimo insegnamento, il più importante di tutti: fare attenzione ai giochi determinanti, gli ultimi di ogni set, perché è in questi momenti che i Big Three hanno sempre fatto la differenza, capaci di far crescere il livello del gioco e mettendo a segno colpi di qualità superiore.
Alla finale di domenica Djokovic e Tsitsipas sono arrivati facendo percorsi diversi, dando comunque sempre un'ottima impressione. A differenza del greco, però, costretto a disputare cinque set contro Jannick Sinner, Djokovic non ha concesso molto (solo un set) durante le due settimane.
Il fatto che il serbo giochi con una vistosa fasciatura alla coscia sinistra, poi, non sembra condizionarlo più di tanto. Nella prima settimana è ricorso più volte al fisioterapista, dichiarando addirittuta che non era certo di poter continuare, ma poi nelle ultime due partite, che dovevano essere le più impegnative, ha concesso solo le briciole agli avversari: il russo Rublev, n.5 del mondo, stracciato 6-1 6-2 6-4 nei quarti e l'americano Paul, n.35, superato per 7-5 6-1 6-2.
Domenica con Tsitsipas sarà una storia diversa? Tutti se lo augurano, anche perché una finale Djokovic-Tsitsipas era quella che tutti gli appassionati di tennis speravano di vedere. Appuntamento (con la storia, rigorosamente con la 's' minuscola) domani alle ore 9.30 sulla Rod Laver Arena di Melbourne.