AGI - Chissà, forse per Ajla Tomljanovic, la tennista che venerdì ha battuto la sei volte campionessa degli US Open Serena Williams, 7-5, 6-7, 6-1, davanti a una folla chiassosa e di parte all'Arthur Ashe Stadium di New York, non è stato battere la Williams, ma sicuramente affrontare i suoi 24 mila fan che la incoraggiavano e che tifavano a gran voce per lei. Oltre, naturalmente ai milioni di telespettatori, seduti davanti alla tv.
Forse questo, osserva il New York Times, “renderebbe chiunque un po’ nervoso”. Ansia che ha confidato al padre Ratko, ex e grande giocatore di pallamano. Cos’, nel fare il ritratto della 29enne tennista di Zagabria, il quotidiano newyorkese racconta che quando era una bambina, Ajla “chiese al padre di mostrarle una foto di lui con in mano un grande trofeo” perché in casa non lo aveva mai visto, e che Ratko Tomljanovic le ha spiegato che “era stato un premio di squadra e che non è riuscito a tenerlo con sé”, perché era di tutti. Al che Ajla gli ha ribattuto subito che allora non avrebbe giocato affatto a pallamano. Il motivo? "Voglio il trofeo solo per me", ha detto la bambina. E così scelse il tennis. Una scelta determinata. E determinante.
Annota il Times: “Ma venerdì sera, Tomljanovic, classificata al 46° posto, ha dimostrato a se stessa e al mondo intero di avere il coraggio e la capacità di sparare a palle incatenate per vincere un trofeo tutto suo. Se vincerà altre quattro partite nella prossima settimana, sarà una delle vittorie più ambite nello sport”.
Quanto alla confessione circa l’ansia da pubblico, il padre ha risposto così a Ajla: “Non dirmi che hai paura della folla? Ho giocato in posti terribili con 5.000 persone che fischiavano e sputavano, e una volta il pubblico è sceso in pista e c'è stata una grande rissa. Non dirmi che è difficile e hai paura solo perché un tizio nella 35a fila ti sta urlando contro?"
Allora, per convincerla a concentrarsi e staccare l’audio da tutto e da tutti le ha raccontato la trama di uno dei suoi film preferiti, "For Love of the Game", in cui un lanciatore dei Detroit Tigers, interpretato da Kevin Costner, si concentra esplicitamente sul guanto del ricevitore e ignora tutto il resto”.
E così Ajla Tomljanovic ha fatto: “Ha silenziato lo stadio, il tifo per la Williams, gli applausi indecorosi quando le stessa ha sbagliato un servizio, tutte le celebrità sugli spalti, i video tributi alla Williams e la sua stessa ammirazione da ragazza per la Williams, 23 volte campionessa del Grande Slam che le era in piedi di fronte la rete e ha pensato solo a giocare bene come aveva fatto nel corso degli anni. A quel punto Tomljanovic è stata la migliore”, chiosa il New York Times.
Lei ha poi spiegato: "Dal primo momento in cui sono entrata in campo, non mi sono guardata molto intorno", ha detto. "Ero completamente nella mia piccola bolla". Rivedendosi nei panni di Kevin Costner nel film.