AGI - Sarà ancora Rafael Nadal contro Novak Djokovic, per la 59esima volta nella loro ormai lunga e leggendaria rivalità. Stavolta, però, non è un incontro che vale un titolo o l'accesso a una finale dello Slam. I due campioni si giocheranno un quarto di finale al Roland Garros, come nel 2015, quando fu il serbo a imporsi in 3 set per poi andare però a perdere l'atto conclusivo del torneo contro Wawrinka.
Sono i numeri a raccontare l'equilibrio esistente tra Nole e Rafa: 30 vittorie a 28 per il nativo di Belgrado in termini assoluti e 16-13 se si considerano le finali con in palio un trofeo. Lo scenario si ribalta però se si prendono in esame i match sulla terra rossa: a condurre stavolta, per 18 a 9, e il maiorchino. In particolare, prendendo in esame solo i match disputati al Roland Garros, il ruolino di marcia si assesta sul 7 a 2 per il tennista iberico. Djokovic, però, si è imposto in due degli ultimi tre incontri a Parigi colmando un gap che a inizio carriera era assai più ampio. Insomma, i numeri dicono che scommettere sulla vittoria di uno o dell'altro nel match previsto per domani è roba da professionisti.
Il tennis, tuttavia, non è fatto solo di cifre, dati e statistiche. È impossibile non prendere in esame lo stato di forma, fisico e mentale, con cui i due si avvicinano al match. Nadal, in particolare, ha dovuto faticare non poco per avere ragione di Auger-Aliassime negli ottavi di finale. Il canadese ha tirato fuori il suo miglior tennis e si è arreso solo dopo 5 estenuanti set e oltre 4 ore e 20 minuti di gioco.
Le parole dello spagnolo al termine della partita, inoltre, hanno fatto risuonare più di un campanello d'allarme tra i fan e gli addetti ai lavoro: "La partita con Djokovic potrebbe essere la mia ultima partita qui. Ho attraversato un processo complicato con il mio piede e non so cosa accadrà alla mia carriera. Quello che cerco di fare è divertirmi e continuare a vivere il sogno di giocare a tennis e raggiungere gli ultimi round del Roland Garros".
Il dolore al piede, sempre più presente e pressante, si sta facendo sentire e l'età, 36 candeline da spegnere venerdì prossimo, ha fatto riemergere la parola "ritiro", un fantasma con cui Nadal ha dovuto confrontarsi a ogni nuovo problema fisico negli ultimi anni.
Djokovic, dal canto suo, si trova esattamente agli antipodi. Dopo lo stop forzato di inizio anno per la questione vaccini-Covid, Nole è tornato quel cannibale sportivo a cui aveva abituato tutti, sostenitori e detrattori. Dopo l'autorevole vittoria agli Internazionali di Roma, anche il Roland Garros è iniziato nel migliore dei modi con il serbo che è apparso in uno stato di forma, fisico e psicologico, brillante.
Nishioka, Bedene e Molcan, nei primi tre turni, sono riusciti solo a fargli il solletico. Schwartzman, negli ottavi, è stato spazzato via in poco più di due ore. Nole non ha perso un set e ha concesso solo 7 game all'argentino, uno che sulla terra è in grado di mettere in difficoltà chiunque. "Mi piace come sto colpendo la palla, come mi sto sentendo in questi giorni. Mi concentrero' su quello che devo fare ma ho grande rispetto per Nadal come giocatore e come persona".
Anche le motivazioni del serbo sono forse più grandi di quelle del rivale. Vincere il torneo significherebbe per Djokovic tornare a essere il numero uno del mondo, ovvero riprendersi lo scettro lasciato a Medvedev e mandare un messaggio a chi, arrembante dalle vicine retrovie, ambisce a indossare la stessa corona.
In palio nella sfida tra Nadal e Djokovic, infine, c'è anche una semifinale di grande prestigio. Che sia con Zverev o con il fenomeno annunciato del 2022, Carlos Alcaraz, poco importa. Quest'ultimi si giocheranno, nel loro quarto di finale, la possibilità di andare in semifinale per portarsi a casa lo scalpo di uno dei Fab 4 e provare, finalmente, a legittimare l'inizio di una nuova era nel tennis.
Dall'altra parte del tabellone la semifinale più scontata sarebbe quella tra Tsitsipas e Medvedev ma Ruud, Hurkacz, Sinner e Rublev sono pronti a sgambettare i due favoriti per regalarsi così un secondo weekend di gioco a Parigi.