AGI - Da una sconfitta può nascere una stella? Eccome se può. Lorenzo Musetti, 20 anni da Carrara, numero 66 del ranking mondiale e quinto azzurro d’Italia, ha perso martedì notte contro Stefanos Tsitsipas, di quattro anni più vecchio e formato di lui nonché numero 4 al mondo, pur essendo stato avanti di due set a zero. Ha subito, l’italiano, la rabbiosa reazione del greco e non è riuscito a rendere proficuo il meraviglioso tennis che nelle prime due ore di gioco aveva mandato in tilt l’avversario.
Due ore che però hanno permesso ad Alex Corretja, spagnolo, già top player e ora commentatore per Eurosport di affermare: “Lorenzo è un talento straordinario, da anni non ricordavo un primo turno di Slam di questo livello. Secondo me, entro pochi anni, sarà uno dei primi 5 tennisti al mondo”.
E non si può certo che Corretja abbia visto male. Nei primi due set Musetti ha spedito letteralmente al manicomio Tsitsipas (e pure la madre di lui, l’ex tennista Julia, disperata sugli spalti) praticando un tennis non solo di alto livello estetico: ma strategicamente e tatticamente produttivo. Quando si alternano vincenti di dritto (sostanziale novità) e di rovescio a dropshot e discese a rete di perfetto tempismo non può certo essere un caso; ma il frutto di un lavoro compiuto off saison guidato dalla consapevolezza che traguardi alti sono raggiungibili.
Senza dimenticare che Musetti era fermo ai box da tre settimane (si era infortunato alla coscia a Madrid) e che è arrivato al primo turno di Roland Garros con nelle gambe poche e prudenti ore di allenamento. Ciò nonostante è rimasto in campo, nella letale umidità parigina, per tre ore e mezza: 5/7-4/6-6/2-6/3-6-2 il risultato finale, a favore del greco.
In tanti hanno sottolineato l’analogia con il match che Lorenzo disputò l’anno scorso, sempre a Parigi, contro Djokovic. Anche in quella occasione si portò, ancora più sorprendentemente, avanti di due set: ma poi crollò fisicamente fino a ritirarsi all’inizio del quinto. L’analogia regge solo per un dettaglio: in entrambe le occasioni all’inizio del terzo il giovane Musetti ha chiaramente rallentato, per riprendere fiato. Lusso che contro i migliori al mondo non ci si può concedere perché mette in condizione l’avversario, già ben disposto di suo, di ricentrarsi e in sostanza iniziare un altro match.
Ma i due set vinti contro Tsitsipas hanno mostrato che Lorenzo è migliorato nella “statura” con cui resta in campo, nella capacità di leggere anche lo stato dell’avversario, nella rapidità di movimento con cui avanza nel campo dopo aver risposto con le spalle attaccate ai teloni di fondo campo (inutile scandalizzarsi, lo fanno in moltissimi) e nel dritto d’attacco. Che poi abbia giocato pochi match tre set su cinque è una realtà: e che perda contro il n.4 al mondo è una condizione che oggi non deve preoccupare nessuno.
Dove può migliorare Lorenzo?
Nel servizio, innanzitutto. Che quando il fisico ha iniziato a provare stanchezza lo ha sostanzialmente abbandonato. Nella percezione di sé: inutile prendersela con il fato che ti mette di fronte al primo turno uno dei più forti al mondo, come si leggeva dal labiale.
Nella gestione della rabbia: che se già oggi non lo porta certo a gesti assurdi altri giocatori anche italiani che ben conosciamo, in alcuni frangenti lo porta a prendersela con se stesso o il padreterno, a invocare un aiuto che il coach Simone Tartarini certo non può dargli dal box, ma non si trasforma in furia agonistica. Ma chi già oggi, quando deve affrontare due palle break, annulla la prima con una palla corta e la seconda praticando il serve&volley, non può che essere un predestinato.
Carlos Alcaraz, un fenomeno della natura, è già formato: potrà migliorare qua e là, ma il grande pericolo che dovrà affrontare sarà uscire dall’essere un diciottenne e diventare un uomo adulto. Jannik Sinner lavora come un pazzo per dotarsi di quelle variazioni di gioco che devono diventare una soluzione alternativa alla sua devastante capacità di costruire gioco da fondo campo
Lorenzo Musetti può permettersi di crescere umanamente e migliorare partendo da una capacità di inventare tennis che lo colloca più su dei suoi due compagni ultra next gen. Alla fine è molto probabile che Corretja abbia ragione.
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