“It’s coming home”, cioè ‘sta tornando a casa’. Il soggetto dello slogan che accompagna la Nazionale inglese ai Mondiali di Russia 2018, naturalmente, è il calcio. La squadra dei Tre Leoni giocherà l’11 luglio la semifinale contro la Croazia, ed è a un passo da un trionfo che manca dal 1966.
Gli inglesi e il calcio, che rapporto strano: quello sport loro lo hanno inventato, poi perfezionato, si sono dati delle regole e infine lo hanno esportato in tutto il mondo. Ma da più di mezzo secolo, sul palcoscenico più importante, l’Inghilterra ha sempre sofferto. Nel 2018 delle sorprese, però, l’Inghilterra ce l’ha fatta: è tornata tra le grandi del mondo e ha vinto persino, per la prima volta ai Mondiali, una partita ai tiri di rigore. Ed è per quello che il calcio sta tornando a casa.
Contro ogni scaramanzia gli inglesi stanno tappezzando Twitter dell’hashtag #itscominghome. Altri, come dimostra il tweet qua sopra, hanno già cominciato a celebrare l’allenatore Gareth Southgate dedicandogli, in maniera homemade si intende, una strada. E così la passione per il calcio ha travolto anche l’angolo più insospettabile del Regno Unito: Wimbledon, sobborgo di Londra, dove è in corso il torneo di tennis più antico e prestigioso al mondo.
Una sorta di tempio della racchetta, un luogo di culto dove la tradizione batte ogni altra cosa. Gli organizzatori del torneo, l’All England Lawn Tennis and Croquet Club (Aeltc), hanno però acconsentito a una piccola modifica delle regole a cui gli spettatori devono rispettare in tribuna: potranno usare i telefonini per seguire il risultato della partita dei Mondiali, scrive il Guardian. Un gesto finora proibito dal regolamento.
“Sta succedendo qualcosa di davvero speciale”
Un biglietto, sì, ma non solo. Le condizioni di accesso al torneo di Wimbledon 2018 sono specificate in una lista di 33 articoli. Il diciannovesimo, quello a cui l’amministratore delegato di Aeltc Richard Lewis ha aggiunto una postilla, prevede normalmente che “telefoni, computer, tablet e ogni altro tipo di dispositivo elettronico siano spenti”. Ma per l’occasione i tifosi potranno tenerli anche silenziosi, per ricevere aggiornamenti dalla Russia. “In passato, per molto tempo, abbiamo avuto persone che usavano i propri telefoni in tribuna – ha raccontato Lewis al quotidiano britannico – e allora abbiamo voluto che si godessero semplicemente la partita”. Motivo per cui le comunicazioni erano state bandite. “Ma ora sta succedendo qualcosa di davvero speciale”, ha ammesso. E allora via libera alle notifiche, purché non disturbino gli altri spettatori e naturalmente i giocatori.
La finale di Wimbledon sarà in concomitanza con quella in Russia
Il piccolo strappo alla regola di Wimbledon non sarà però il primo passo verso uno stravolgimento del tabellone del torneo. La finale maschile è in programma domenica alle 14 ora locale, e con ogni probabilità finirà dopo il fischio d’inizio della finale dei Mondiali russi, che cominceranno due ore più tardi. Ma gli organizzatori non intendono cambiare una tradizione oramai consolidata, anche se l’Inghilterra dovesse raggiungere la finale. Si giocherà in concomitanza. Esiste un pericolo distrazione? Per Roger Federer, il vincitore dello scorso anno, a essere maggiormente a rischio saranno i calciatori: “Sono più preoccupato per le conseguenze sulla finale della Coppa del Mondo in Russia perché la finale di Wimbledon sarà in corso che viceversa”, ha scherzato il campione svizzero.
Sugli spalti dello stadio Lužniki di Mosca i tifosi potranno tranquillamente navigare sul proprio smartphone e rimane aggiornati sul punteggio londinese. A Wimbledon, per una volta, anche. E per dare l’idea della portata di questa rivoluzione pensate al rigoroso dress code che i giocatori che partecipano al torneo devono rispettare. Dieci regole che fissano i paletti per gli atleti, “sia durante le partite sia negli allenamenti”. A cominciare, naturalmente, dal colore con cui scendere sull’erba dei campi: rigorosamente bianco. E non “bianco sporco o panna”, proprio bianco, specifica il regolamento. Dello stesso colore anche i calzoncini, le scarpe, le gonne, persino l’intimo. A Wimbledon viene infatti tollerata soltanto una piccola inserzione di tessuto colorato, ma non larga più di dieci millimetri.