AGI - "Sul filo di lana ma per le Olimpiadi faremo in tempo", "rispetto a un anno fa siamo più tranquilli": ad assicurarlo è l'ad della Fondazione Milano Cortina, Andrea Varnier, commentando i preparativi per i Giochi invernali del 2026 in un'intervista all'edizione milanese di Repubblica. "Innanzitutto confermo che in questo momento tutte le opere, sia in montagna che a Milano, hanno avuto in questo ultimo anno un'accelerazione molto importante, un grande recupero sui ritardi", ha sottolineato Varnier. "Teniamo tutto costantemente monitorato, però, perché diverse opere saranno consegnate molto a ridosso dei Giochi", ha aggiunto, "siamo molto attenti perché qualsiasi imprevisto può causare un ritardo. È un lavoro che svolgiamo insieme a Simico e ai privati che stanno costruendo. Rispetto a un anno fa, comunque, siamo più tranquilli".
"L'anno prima dei Giochi è sempre quello cruciale", ha osservato in vista del 2025, "dal punto di vista sportivo, tra questa stagione invernale e l'inizio della prossima, abbiamo in programma alcuni eventi test: a Milano, a febbraio, arriva una tappa importante del world tour di short track. Un'iniziativa che organizziamo noi come Fondazione sulla nuova pista di ghiaccio che abbiamo realizzato ad Assago. Sara' una prova importantissima, come quella che faremo a marzo sull'impianto di freestyle di Livigno".
"Il 6 febbraio, a un anno esatto dalla cerimonia di apertura, sveleremo il countdown in centro a Milano, poi partirà un roadshow internazionale che, fino a maggio, toccherà gli otto Paesi da cui proverrà la maggior parte dei visitatori stranieri: Nord America, Giappone, Cina, Corea e i Paesi europei più interessati ai Giochi". "Il 26 novembre, poi, entriamo in piena atmosfera, con l'accensione della fiamma a Olimpia, che farà il suo giro in Italia partendo il 6 dicembre da Roma per arrivare a Milano il 5 febbraio".
Alcune strade e infrastrutture che portano alle gare di montagna non saranno pronte in tempo. Questo influirà sulla fruizione dei Giochi? "Partiamo da un dato di fatto: questo progetto è nato all'inizio del 2020, in un anno in cui era difficile immaginare di partire con opere infrastrutturali. Quando sono arrivato io (a novembre del 2022, ndr) eravamo già abbastanza consapevoli che molte delle infrastrutture che certamente sarebbero state utili per i Giochi avrebbero visto il taglio del nastro a Olimpiadi chiuse. Sarebbe stato meglio averle in tempo, ma lasciarle come eredità è un fatto straordinario, visto che sono progetti che stanno nei sogni degli abitanti di molte valli da anni e che grazie alle Olimpiadi sono stati tirati fuori dal cassetto".
Red/Sar