AGI - Un piccolo capolavoro scacchistico. Nella terza giornata delle Olimpiadi in corso a Budapest, l'Italia batte i fortissimi Paesi Bassi è sogna di rimanere lì, a punteggio pieno (3 successi su 3), ospite inatteso nel privée delle grandi potenze di questo sport. Un risultato netto quello degli azzurri, 3-1, arrivato in meno di cinque di ore di gioco. Insomma, si esulta come due anni fa, nell'edizione precedente, quando gli azzurri superarono la Norvegia di Magnus Carlsen. Ma quella maturata oggi è una vittoria diversa: di squadra, di personalità, di pazienza e di esperienza. Basta un dato per spiegarne la portata: nel ranking iniziale delle nazioni iscritte, i Paesi Bassi partono al quinto posto, l'Italia al ventottesimo. I quattro atleti schierati dagli orange hanno tutti un punteggio Elo superiore a 2628, con Anish Giri, ex top ten mondiale, a 2724. Lorenzo Lodici, Luca Moroni, Francesco Sonis e Sabino Brunello, i quattro che hanno firmato il clamoroso scalpo, sono tutti sotto quota 2600.
Strategia perfetta
Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Loek van Wely quello che è di Loek van Wely. Il commissario tecnico dell'Italia, uno dei giocatori olandesi più forti degli ultimi 40 anni, ribalta ogni premessa della vigilia, facendo storcere più di un naso tra gli appassionati collegati a vedere il match. Per lui è un derby, certo, ma questo significa che conosce a menadito gli avversari e i loro stili di gioco. In panca, quindi, si siede Daniele Vocaturo, prima scacchiera e giocatore di punta di questa Nazionale. Capofila, con i pezzi bianchi, è Lorenzo Lodici, il nostro giocatore più estroso, imprevedibile e coraggioso. Uno che non ha paura di sacrificare pedoni, di arroccare lasciando il re nudo, di puntare tutto sull'attività dei pezzi, sulle combinazioni, sull'iniziativa, spesso da non abbandonare a nessun costo. Anish Giri, uno che ha spesso messo in difficoltà anche Carlsen, è spiazzato. Si trova in una posizione complicata senza quasi accorgersene. Si mette le mani nei capelli, si alza e si risiede, guarda il suo avversario muovere e rispondere al colpo, senza quasi pensare. Perde in 31 mosse, guardando sconsolato le torri di Lodici in settima traversa conquistare territori, almeno a noi, impensabili. Stretta di mano, ciak finale. È una vittoria di prestigio per il 24enne nato a Brescia, sempre disponibile a farsi intervistare, a spiegare e raccontare il suo originalissimo modo di interpretare e vivere gli scacchi. Applausi, a scena aperta.
Poco più in là c'è Francesco Sonis. Il sardo di Oristano è reduce da una brutta sconfitta nella seconda giornata delle Olimpiadi e ha qualcosa da farsi perdonare. Qualcuno si aspettava di non vederlo nella formazione di oggi. Un po' di riposo, all'allenatore da divano come il sottoscritto, sembrerebbe la mossa più azzeccata. E invece no. Van Wely gli dà fiducia e gli affida, in terza scacchiera, i pezzi bianchi, contro un giocatore super tecnico ed esperto teorico: Max Warmerdam. Sonis soffre, arretra, sembra ancora in difficoltà. Ma è solido, resiste, aspetta l'errore dell'avversario per attuare il suo controgioco, il suo contropiede. Una reazione veemente, orchestrata da due alfieri, uno offensivo e uno difensivo, e da un piccolo pedone che diventa, passetto dopo passetto, casa dopo casa, inarrestabile. Un pedone che assomiglia a Francesco, timido, forse, ma cinico nel vedere e sfruttare le opportunità che gli capitano sulla scacchiera. Quel pedone non fa in tempo a diventare una regina solo per l'abbandono precoce dell'olandese che comprende come non ci sia nulla da fare. Altra stretta di mano, altro ciak. Un'altra grande vittoria.
Sabino Brunello, in quarta scacchiera, ha i pezzi neri e affronta Erwin L'Ami, altro scacchista di grande esperienza. La loro è una partita che si svolge ai margini del match che si rivela importantissima. Altro che comparse, le scene qui sono di primaria rilevanza. Pensa tanto Sabino, certo, va quasi in zeitnot, ma mantiene sempre il controllo del gioco, senza rischi inutili. Ed è l'avversario, alla fine, a essere costretto a forzare il match e a rischiare: deve vincere per compensare le sconfitte dei suoi compagni. Il giocatore lombardo ne approfitta e nel finale scatta per conquistare quel vantaggio decisivo che lo porta alla conquista del terzo punto per la nazionale azzurra. Ultima stretta di mano, ultimo ciak. Si può esultare.
La sconfitta di Luca Moroni, primo risultato dei quattro arrivati oggi, risulta ininfluente. È una partita difficilissima per il 24enne nativo di Desio che affronta, con i pezzi neri, un Van Foreest ispiratissimo. L'olandese, in passato collaboratore di Carlsen, non sbaglia nulla e mette in piedi un piano contro la caro kann che non lascia scampo all'italiano. Non è un dramma. Luca è stato determinante per la vittoria contro il Kosovo, ieri, e ha iniziato quest'avventura nel migliore dei modi. Perdere con un giocatore che oscilla intorno ai 2700 punti Elo, in grande forma, che aveva i pezzi bianchi, quasi perfetto nel suo pensare e agire, ci può stare. Alle Olimpiadi si vince e si perde di squadra. E oggi hanno in vinto in 5: dalla prima scacchiera alla riserva di lusso.
Come stanno andando queste Olimpiadi
Per ora molto bene per i nostri colori. L'Italia ha vinto 4-0 contro le Antille Olandesi; 2,5 a 1,5 contro il Kosovo e 3-1, come detto con i Paesi Bassi. Staziona, nel torneo Open, nei piani alti della classifica e domani mattina saprà chi dovrà affrontare nel quarto degli undici turni previsti (si gioca ogni giorno alle 15, tranne il 17 settembre, giorno di riposo). Per ora, quindi, percorso netto. Ora, per merito di questi risultati, arrivano altri match difficili in cui l'Italia reciterà ancora il ruolo di outsider, di guastafeste, sognando di festeggiare altre vittorie come quella di oggi.
Nel torneo femminile l'Italia sta mantenendo le aspettative. Ha vinto le prime due partite con avversarie più deboli, Guernsey e Paraguay, e perso oggi contro la forte Cina, che partiva nettamente favorita, lottando fino all'ultima mossa. Sarà importante per le azzurre (Marina Brunello, Olga Zimina, Tea Gueci, Elena Sedina e Giulia Sala) ripartire con una vittoria domani, nella quarta giornata, per rilanciarsi verso le parti nobili della classifica.