AGI - Prosegue l'avventura della pugile Imane Khelif dopo l'incontro vinto contro Angela Carini, ritiratasi dopo 46 secondi: l'algerina ha battuto l'ungherese Anna Luca Hamori nei quarti di finale della categoria 66 kg, assicurandosi come minimo la medaglia di bronzo.
Non era un match come tutti gli altri quello che metteva di fronte la 25enne di Tiaret e l'ungherese, fischiatissima: dopo le tante polemiche di questi giorni, l'attenzione mediatica non poteva che essere al massimo. Khelif è stata però più forte di tutto e tutti, ha sconfitto la sua rivale con verdetto unanime e si è assicurata la semifinale dei 66 kg, il che le garantisce la medaglia: nella peggiore delle ipotesi, sarà bronzo.
Poi è scoppiata in lacrime ed è fuggita via, in zona mista tutti a caccia di una sua dichiarazione ma la pugile si è concessa solo ai media arabi e si è sfogata: "Questa è una questione di dignità e onore per ogni donna - le sue parole a BeIN Sport - Tutto il popolo arabo mi conosce da anni, per anni ho combattuto in competizioni internazionali, l'IBA è stata ingiusta nei miei confronti ma ho Dio dalla mia parte". Il riferimento è a quella squalifica ai Mondiali del 2023 per un elevato livello di testosterone che è all'origine di quello che è diventato un caso.
La posizione del Cio Bach, rispettare Khelif
Il Cio rappresentato dal presidente Thomas Bach, resta fermo sulla sua posizione: in realtà non c'è alcuna questione perché le due atlete (Khelif e Carini) sono donne e hanno meritato sul ring di essere in Francia.
"Concludere la controversia dipende da voi media - ha subito esordito il numero uno del Comitato Olimpico nel briefing al Main Press Center di Parigi - Abbiamo due atlete che sono nate come donne, sono cresciute come donne, che per molti anni hanno partecipato alle competizioni come donne. Non c'è mai stato alcun dubbio su di loro e sul loro genere femminile. Alcune persone vogliono appropriarsi della definizione di donna. Se ci mostreranno qualche prova scientifica la prenderemo in considerazione ma non parteciperemo a dibattiti politici, vengono alimentati discorsi di odio e di abuso e non è accettabile".