AGI - "Forse sono diventato più debole negli scacchi. Non così forte come prima, come due anni fa. Anche quest'anno le mie prestazioni non sono andate bene. Negli ultimi mesi ho passato più tempo a riposarmi che a giocare". Ding Liren non può più sbagliare. Il campione del mondo di scacchi in carica ha davvero bisogno di scrollarsi le ragnatele che lo avvolgono da quando ha vinto il titolo, poco più di un anno fa, contro il russo Nepomniachtchi, e dare un segnale di risveglio. Il 31enne prenderà parte nei prossimi giorni al Norway Chess, uno degli appuntamenti più importanti del calendario, con nomi di primissimo piano: da Magnus Carlsen a Fabiano Caruana, da Hikaru Nakamura a Praggnanandhaa. Quello che i fan si aspettano è che Ding inizi a riscattare un inizio di 2024 disastroso, che provi a scacciare via i fantasmi presenti nella sua mente da quando ha iniziato a sentirsi "un bersaglio", che torni, in parole povere, al suo livello. Dalle sole 2 vittorie in 13 match ottenute a gennaio a Wijk aan Zee, nei Paesi Bassi, nell'ultima edizione del Tata Steel, all'anonima prestazione al Freestyle Chess G.O.A.T Challenge, nella modalità Fischer Random, dove ha collezionato una serie di sconfitte abbastanza imbarazzanti per un giocatore del suo calibro: quello degli ultimi mesi non è un percorso degno di colui che dovrebbe essere, se non il migliore, un degno rappresentante dell'Olimpo degli scacchi moderni. Tutte queste prestazioni scadenti, invece, lo hanno fatto scivolare al settimo posto nella classifica mondiale con l'uscita dalla Top Ten che non è mai stata così vicina.
È impossibile, nonostante tutto, non provare empatia per il nativo di Wenzhou. Per i suoi modi sempre gentili e per l'onestà con cui affronta il periodo più difficile della sua vita, soprattutto a livello di salute mentale. Ma a differenza del recente passato, colui che gli contenderà il titolo ora ha un nome e un cognome, Dommaraju Gukesh: il 17enne indiano attende il confronto di novembre (ancora non c'è una data certa) come si attende una giornata di sole dopo una pioggia di una settimana, con una grande voglia di prendersi tutto subito e di scrivere la prossima pagina della storia del gioco. Insomma, la possibilità della perdita del titolo ha una forma più concreta, più tangibile, anche più probabile, per Ding Liren. E non sono molti quelli che, a oggi, scommetterebbero sul 31enne di Wenzhou nel match contro il 17enne indiano. Ma il tempo per invertire la rotta c'è, a patto il cinese innesti subito una marcia alta.
Nell'intervista rilasciata a The Indian Express, alla vigilia del torneo norvegese, Ding è tornato sulla sua attuale condizione, sulla spirale di negatività da cui non riesce a uscire: "Ogni volta che gioco in un torneo, perdo punti. Che si tratti di tornei classici o rapidi. Inoltre, ho giocato un torneo in Cina e sono arrivato ultimo tra i sei giocatori presenti. Quindi non è molto facile per me". Eppure, il periodo peggiore, almeno a parole, sembra alle spalle. "Dopo il campionato del mondo, è stato tutto molto difficile, all'inizio ero esausto. Mi sono ammalato. Ora posso dire di essere guarito ma la mia forza scacchistica non è ancora tornata a quella della mia versione migliore".
Ma è l'obiettivo che il cinese si è posto al Norway Chess a far capire quanto, in questo momento, il periodo resti complicatissimo. "A Wijk aan Zee puntavo a finire primo e non è andata bene. Ho finito il torneo non lontano dal fondo della classifica. Alla Freestyle Chess GOAT Challenge sono arrivato ultimo. È stato un grande shock per me. Il Norway Chess sarà una sfida totalmente nuova per me. Ci saranno molti giocatori forti. Il mio obiettivo è evitare di finire all’ultimo posto". Ecco, un campione del mondo, di solito, ha ambizioni e aspettative più grandi ma questo, ad oggi, è ciò che passa il convento. E Ding è il primo a rendersene conto.
Nell'intervista, inevitabilmente, si è parlato di Gukesh e del prossimo campionato del mondo. Ding parte dai numeri, forse per darsi coraggio. "Fortunatamente ho un ottimo punteggio contro di lui. L'ho battuto due volte a Wijk Aan Zee con i pezzi neri. Ma a novembre sarà come giocare con un nuovo scacchista. Sarà una sfida inedita per me". Il cinese descrive il suo avversario come un giocatore calmo, posato, persino lo imita mettendo le braccia conserte. "Gioca così". Poi la considerazione che tutti fanno: "È più maturo della sua età".
E sulla possibilità che il match si disputi in India, è ancora più netto: "Non penso che ci sia un vantaggio nel giocare il match mondiale in casa. Io preferisco giocare fuori. Che sia in India o in qualsiasi altro paese, piuttosto che in Cina. Se giochi nel tuo paese d'origine, ci saranno così tante persone che vorranno incontrarti e faranno molta pressione. È difficile affrontare tutto ciò". A Ding servirebbe una scossa e chissà che non arrivi proprio da Stavanger e i suoi bellissimi fiordi, lontani da Pechino e, forse, dai troppi auspici e dalle troppe aspettative che pesano più di una corona.