AGI - È tutto pronto a Baku per la decima World Cup di scacchi. L'evento, cerchiato in rosso sul calendario da mesi, è caratterizzato dalla composizione di un tabellone tennistico, stile torneo dello Slam, che accoppia i giocatori in base alla forza e che, in quest'edizione, rispetto a quella di Sochi del 2021, aggiunge un turno di gioco. I partecipanti alla sezione Open passano così da 128 a 206 mentre quella femminile sarà composta da 103 giocatrici.
È un appuntamento chiave per i giocatori più forti del circuito perché, oltre al titolo, regala tre posti per il prossimo torneo dei Candidati, previsto a Toronto ad aprile, e da cui uscirà lo sfidante dell'attuale campione del mondo, il cinese Ding Liren.
Ma è un evento cruciale anche per Magnus Carlsen, il numero uno delle classifiche, che non lo ha mai vinto (e non ha mai neanche giocato la finale) nonostante svariati tentativi. Il norvegese arriva in Azerbaigian con il favore dei pronostici ma anche per spezzare quello che appare ormai come un vero tabù.
Il parterre però è di primissimo piano: da Ian Nepomniachtchi a Fabiano Caruana, da Hikaru Nakamura (a cui è stata concessa una wild card) ad Anish Giri, da Wesley So ai giovani emergenti rappresentati dagli indiani Gukesh e Praggnanandhaa oltre che dall'uzbeko Abdusattorov. Grande attenzione sarà rivolta per i giocatori di casa, in particolare il vincitore della Coppa del Mondo 2019, Teimour Radjabov, e Shakhriyar Mamedyarov.
Tra gli assenti spiccano i nomi dello stesso Ding Liren, Alireza Firouzja e Richard Rapport. Ai nastri di partenza, ancora una volta in sordina, c'è anche il polacco Jan-Krzysztof Duda, campione uscente, che anche a Baku prova ad arrivare in fondo 'senza essere visto'. L'unico ad aver vinto due edizioni resta Levon Aronian, nel 2006 e nel 2017.
Le questioni geopolitiche
Ed è proprio da Aronian, nato in Armenia e oggi portacolori della federazione americana, che si può partire per raccontare quello che, dal punto di vista geopolitico, sta influenzando la vigilia della World Cup. Il campione armeno, nelle ultime settimane, si è speso sui social per ricordare come tra il suo Paese natale e l'Azerbaigian continui a non scorrere buon sangue e le tensioni siano vive più che mai. Lo scontro nel Nagorno-Karabakh si sta riaccendendo tanto da indurre Aronian a chiedere di poter partecipare da remoto, in forma ibrida, anche nella sede della FIDE a Losanna se necessario. Possibilità ad oggi esclusa dall'organizzazione.
La sede del torneo si trova vicino al Mar Caspio, ben lontana dal territorio conteso, ma non si può di certo escludere che gli eventi possano rapidamente precipitare andando a coinvolgere anche le due città principali. Nessun giocatore armeno volerà quindi verso Baku. Samvel Ter-Sahakyan, Gabriel Sargissian, Hovhannes Gabuzyan, Shant Sargsyan e Hayk M. Martirosya hanno tutti rinunciato, così come Elina Danielyan, Anna Sargsyan e Lilit Mkrtchyan nella sezione femminile.
Karjakin e i russi ribelli
C'è, ovviamente, anche un'altra guerra, quella tra Mosca e Kiev, a influenzare l'evento. I giocatori russi, come accaduto nel recente passato, potranno esserci ma gareggeranno ancora una volta senza bandiera, senza inno e rappresentando la FIDE. Ma non tutti sono disposti a farlo. Il caso più eclatante resta quello di Sergej Karjakin, numero 11 del mondo ed ex contendente alla corona mondiale, oltre che finalista all'ultima World Cup. Nato nella Crimea filorussa, Karjakin è stato escluso dall'ultimo Torneo dei Candidati, con sospensione di 6 mesi dalle competizioni, per il suo palese appoggio e supporto all'invasione bellica voluta da Putin.
"Ho ricevuto un invito dalla FIDE (in realtà si è qualificato, ndr) per la Coppa del Mondo. È il mio torneo preferito, con un formato a eliminazione diretta. Ho giocato bene in passato, ma non potrei quest'anno rappresentare il mio Paese, giocare sotto la bandiera russa o sentire il mio inno in caso di vittoria. La mia posizione non cambia e l'ho espressa molte volte", aveva confessato in un'intervista a giugno.
Sul suo canale Telegram, inoltre, aveva fatto un sondaggio sulla sua eventuale partecipazione 'anonima' ma il 90% dei suoi seguaci si è espressa per il boicottaggio volontario. Negli ultimi giorni, infine, si è di nuovo scagliato contro i suoi connazionali che si stanno accasando presso altre federazioni, da Alex Sarana in Serbia a Vladimir Fedoseev in Slovenia, parlando prima di 'traditori' e poi correggendo il tiro spiegando che il suo tono era 'ironico'. Alexandra Kosteniuk, altra fortissima giocatrice russa in esilio, parteciperà invece con i colori rossocrociati della Svizzera per la prima volta in carriera.
La 'questione' ucraina
Anche l'Ucraina, dal canto suo, ha avuto la sua gatta da pelare. La partecipazione del GM Vasyl Ivanchuk è rimasta in bilico fino a poche ore fa quando Kiev ha finalmente dato il suo assenso. Lo scacchista, che risiede a Leopoli, secondo la normativa vigente, ha avuto bisogno del permesso del governo per lasciare il Paese per motivi sportivi in ??quanto ha meno di 60 anni. Tale autorizzazione non è stata inizialmente concessa.
Solo una lettera firmata da molti suoi colleghi (Carlsen, Caruana, Nakamura e Anand compresi) è riuscita a smuovere le acque. Ha aiutato anche il fatto che, con grande probabilità, Ivanchuk non affronterà nessun atleta russo fino al quinto turno di gioco. Tutti gli altri giocatori ucraina non hanno avuto gli stessi problemi in quanto residenti al di fuori dei confini nazionali.
Le regole di gioco
La World Cup, del resto, è un evento che si distingue per la sua natura dalle altre grandi manifestazioni scacchistiche e sono pochi gli atleti che vogliono rinunciarvi. Ogni match, a eliminazione diretta, è composto di due partite a tempo classico (90 minuti per le prime 40 mosse, poi 30 minuti per finire la partita, con 30 secondi di recupero a ogni mossa). Una col bianco e l'altra col nero.
Nel caso di pareggio, nella terza giornata di gara, vengono disputati gli spareggi a tempi sempre più veloci: chi perde viene eliminato, chi vince passa il turno. Come i rigori nel calcio ma con una lotteria assai diversa e gestita dal tempo a disposizione delle due parti coinvolte: prima si giocano due partite rapid da 25 minuti più 10 secondi a mossa. Poi due partite a 10 minuti più 10 secondi. Infine due partite blitz da 5 minuti più 3 secondi e altre due partite blitz da 3 minuti più 2 secondi. Tutto finché non si avrà un vincitore.
Si parte domenica 30 luglio e si finisce il 22-23 agosto, o il 24 in caso di spareggio durante la finalissima. Un solo giorno di riposo, l'8 agosto. Il torneo femminile concluderà il suo viaggio il 19 e 20 agosto (il 21 in caso di spareggi).
E l'Italia?
A Baku ci saranno due azzurri che si sono qualificati durante gli europei di categoria. I due giocatori italiani più forti secondo l'attuale punteggio Elo. Daniele Vocaturo, 33 anni, 2609 punti, esordirà contro il bengalese Rahman Mohammad Fahad (2428) per poi affrontare il forte ucraino Andrei Volokitin (2674). Marina Brunello (2324), nella sezione femminile, dovrà vedersela prima con l'indiana Nutakki Priyanka (2293) e poi, al secondo turno, un'altra indiana, Humpy Koneru (2553), tra le favorite del torneo, insieme alla campionessa del mondo Ju Wenjun, Aleksandra Goryachkina, Tan Zhongyi e le sorelle Mariya e Anna Muzychuk.
Il Montepremi totale della manifestazione ha raggiunto i 2,5 milioni di dollari a testimonianza di quanto il movimento scacchistico sia in crescita, sempre più in grado di ottenere sponsor, visibilità e attenzioni dai parte dei media di tutto il mondo. Le partite si svolgeranno nel lussuoso hotel a cinque stelle, Baku Marriott Hotel Boulevard, affacciato sul Mar Caspio.
Per molti analisti questa edizione della World Cup potrebbe regalare due possibili scenari: la conferma di Magnus Carlsen sul tetto del mondo o l'ascesa di un nuovo possibile 'candidato' a raccoglierne, in futuro, l'eredità. A meno che non esca alla distanza, anche stavolta, il 'Duda' di turno, la sorpresa che stravolge i pronostici per scrivere un'altra pagina inedita della storia del gioco.