Quando le dimensioni contano, la storia del patron del Nantes
AGI - L’argomento è caldo specie dopo il gesto compiuto da Rosa Chemical a Sanremo, quando al termine della sua esibizione nella serata dei duetti, ha posto in bella vista davanti alla telecamera un sex toy. Waldemar Kita, il presidente del club francese Nantes che la Juventus affronterà giovedì nell’andata playoff di Europe League, non sta investendo nel settore dei giocattoli sessuali, almeno per il momento.
Ma è invece profondamente impegnato, è il suo principale core business, in un mercato assai vicino: l’allungamento del pene “reale”. Nei suoi Laboratoires Vivacy si perfeziona da anni l’utilizzo dell’acido ialuronico ad hoc, sostanza che i Laboratoires commercializzano anche per altri utilizzi estetici.
Ma è proprio sull’allungamento del pene che Kita, 69 anni, uomo d’affari polacco di nascita e francese di passaporto, proprietario del Nantes dal 2006, sta poggiando le sue fortune puntando in particolar modo su un mercato, quello cinese, che pare particolarmente attento all’evolversi delle tecnologie implicate in questo settore. Tra l’altro una ulteriore evoluzione del prodotto è attesa proprio per l’inizio dell’anno in corso.
Kita è personaggio che in altri tempi si sarebbe definito “vulcanico”. Dopo aver ceduto nel 2006 la sua società Corneal (lenti a contatto) per 160 milioni di euro, ha acquisito il Nantes l’anno successivo. I risultati sportivi del club non sono mai stati a livello delle sue aspettative: il miglior risultato della sua gestione è stato il settimo posto in Ligue One ottenuto nel 2017, seguito dal conquistato da Claudio Ranieri al termine della stagione 2017-2018, eguagliato l’anno scorso dalla formazione ora guidata da Antoine Kombouarè.
Ma il “vulcanico” Kita pare mettere l’accento assai più sulla valenza comunicativa del suo club che non sui suoi risultati sportivi. Nel 2016 aveva ceduto una quota importante dei suoi Laboratoires ai cinesi di Bloomage Biotechonology con la garanzia che un nuovo principio (evidentemente molto attivo) funzionale alla penoplastia sarebbe stato disponibile entro sei mesi rendendo il prodotto una killer app del mercato.
In realtà emerse successivamente che quel principio attivissimo non sarebbe stato pronto prima di qualche anno. I cinesi non la presero benissimo e chiesero il rimborso delle quote: fatto che mise il presidente del Nantes in ambasce visto che Kita aveva compiuto investimento nel club tra l’altro ingaggiando come coach Sergio Conceicao.
Per evitare tuttavia guai peggiori Kita liquidò i suoi ex partners: ma quella stessa iper-evoluzione del principio attivo che allora non esisteva dovrebbe essere la stessa che oggi sarebbe sul punto di entrare sul mercato, dominandolo. La “molecola magica” come viene definita, (già oggi viene prescritta in oltre 80 paesi) a parecchio gola agli investitori se è vero, come sostiene Bloomberg, che attualmente il capitale della società è in mano ad una società di Hong Kong per una quota di minoranza e ad un fondo americano di investimenti (TA Industries) per quella di maggioranza.
Una vendita di tale quota a oggi frutterebbe qualcosa come un miliardo di euro. Va da sé che una vittoria contro la Juve rappresenterebbe per il business estetico-sessuale di Kita un volano di non piccola importanza.
Pare non abbia un ottimo carattere, le president. Secondo alcuni amici ed ex amici applica nella gestione delle sue aziende una versione molto evoluta del “divide et impera”, manifesta secondo altri atteggiamenti narcisisti e impulsivi e in passato è stato anche accusato di espressioni antisemite.
All’opposto, per proporre un esempio interno al foot francese, rispetto all’atteggiamento “conservativo” di El Khalaifi al Psg che però gli frutta una visibilità notevole sul mercato internazionale. In attesa che la molecola magica diventi dunque magicissima, Kita si augura di poter centrare quel colpaccio sportivo, escludendo la Juventus dall’Europa, che potrebbe “rimpolpare”, è il caso di dirlo, la sua visibilità.