"Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto a ogni gradino". Viktorija Mihajlovic, figlia di Sinisa, utilizza i versi di Eugenio Montale per ricordare il papà scomparso nella giornata di venerdì.
"Ti amo con tutto il cuore - sono le parole della figlia - anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore".
Sinisa Mihajlovic, fino al 6 settembre scorso allenatore del Bologna, è morto in una clinica di Roma. Aveva 53 anni. Il 13 luglio del 2019 Mihajlovic annunciò in conferenza stampa di essere malato di leucemia mieloide acuta e di doversi sottoporre a cure immediate. Il 26 marzo scorso, sempre in conferenza stampa, disse che si sarebbe dovuto sottoporre a un nuovo ciclo di cure per un ritorno della malattia.
Il medico: "Ha lottato da guerriero"
"È stato un guerriero che ha lottato fino alla fine. Ha avuto il coraggio", ha dichiarato all'AGI Francesca Bonifazi, medico del Sant’Orsola, la dottoressa che lo ha avuto in cura. - di affrontare la vita che amava sopra ogni cosa, nonostante una malattia che non conosceva. Si è affidato ai medici e ha avuto il coraggio di lottare".
Guerriero ed esempio anche per chi soffre o ha sofferto della stessa malattia.
"Sinisa ha dato molto coraggio anche agli altri pazienti – ricorda Bonifazi - che hanno provato un senso di comunanza nel vedere come ha affrontato la malattia e anche la recidiva".
L’ex calciatore serbo "era una persona con valori molto profondi. Non ha amato solo il calcio, che è stato il suo brodo primordiale, ma anche la sua famiglia che lo ha sempre sostenuto in modo coerente e costante".