AGI - Nell’ambiente difficile, invidioso ed arzigogolato come quello del pattinaggio di figura, c’è un’Italia che torna ad essere fucina di soddisfazioni.
Dopo l’era di Barbara Fusar-Poli e Maurizio Margaglio nella danza a cavallo tra gli anni ’90 e il nuovo secolo, e l’epopea della graziosa Carolina Kostner, le nobili lame sul ghiaccio italiane, in punta di pattino a suon di salti quadrupli e tripli, hanno iniziato con importanti trionfi in campo internazionale il lungo cammino che conduce ai Giochi olimpici di Milano Cortina del 2026.
La squadra italiana la prossima settimana nella finale del Grand Prix, il prestigioso evento al quale prendono parte solo i primi sei del ranking dopo le tappe del prestigioso circuito mondiale (esiste dal 1996), sarà presente con un contingente da record. Nel nord Italia tante piccole realtà locali ma quella che maggiormente spicca è l’IceLab di Bergamo, una sorta di accademia del pattinaggio figura riconosciuta anche dalla federazione internazionale (Isu).
Dall’8 all’11 dicembre al Palavela di Torino, l’impianto che assegnò le medaglie olimpiche nel 2006 e da dove partì Arianna Fontana a scrivere leggendarie pagine dello short track mondiale, il movimento azzurro potrebbe togliersi altre soddisfazioni che sarebbero di portata storica. Certo, l’assenza della Russia dalle competizioni sportive per la nota raccomandazione del Comitato Olimpico Internazionale emessa a seguito dell’invasione militare in Ucraina, ha ‘favorito’ la qualificazione di un numero così elevato di atleti di altre Nazioni, Italia compresa.
In passato la Russia, specie in campo femminile dove qualificava almeno tre delle finaliste (a livello junior anche sei), era sempre presente all’atto finale in tutte le categorie.
L’Italia sarà, quindi, presente con Daniel Grassl per la prima volta di un pattinatore italiano alla finale senior, Nikolaj Memola in gara tra gli junior, i campioni della danza senior Charlene Guignard - Marco Fabbri, e ben due coppie d’artistico senior, Sara Conti - Niccolò Macii e Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini.
Ebbene, è proprio dalle coppie che è arrivata la sorpresa maggiore. In passato solo un tandem era riuscito a centrare la finale, nel 2018 con Nicole Della Monica e Matteo Guarise. Nelle singole tappe del Grand Prix il movimento azzurro ha vinto con Grassl la tappa di Sheffield, con Memola (è allenato dalla mamma Olga Romanova) quella del circuito giovanile di Riga, ma soprattutto la doppietta centrata da Guignard-Fabbri.
La coppia di danza, allenata da Barbara Fusar-Poli, si è imposta ad Angers e Sheffield. I primi a qualificarsi per la finale erano stati Fusar Poli-Margaglio nella danza (quinti e vincitori nel 2001). Nel 2007 era toccato alla prima donna, Carolina Kostner (terza e vincitrice nel 2011), nel 2018 alla prima coppia d’artistico Nicole Della Monica- Matteo Guarise. A livello juniores i primi furono nel 1997 a Losanna le due coppie di danza Federica Faiella-Luciano Milo (vincitori) e Flavia Ottaviani-Massimo Scali (terzi). Nel 2003 la prima di una giovanissima Kostner (seconda) e nel 2019 il primo junior, Grassl.