AGI - Le Primavere arabe saranno anche fallite, ma i mondiali di calcio in Qatar non rappresentano l'inverno dei diritti umani, anche se per la prima volta si disputano tra novembre e dicembre: è questo il messaggio che rimbalza con forza sui social dai Paesi arabi e musulmani, in risposta alle critiche dell'Occidente per il trattamento dei lavoratori immigrati e le restrizioni su alcolici e gesti di solidarietà alla comunità Lgbtq+.
Dai tweet e dai post emergono visioni totalmente divergenti sull'organizzazione di questa prima Coppa del Mondo che si svolge in Medio Oriente e in un Paese musulmano, e sull'atteggiamento distaccato della Fifa: "Due universi paralleli", come li ha definiti la Bbc.
Il sentimento prevalente nel mondo arabo è che gli attacchi al Qatar offendano tutta la regione, perché si dovrebbero rispettare i costumi religiosi e culturali del Paese ospitante, cosa che non sta accadendo.
La stessa protesta dei calciatori tedeschi che si sono coperti la bocca nella foto di gruppo per denunciare l'impossibilità di esprimersi a favore dei diritti Lgbtq+, giudicata in Germania persino insufficiente, ha suscitato per lo più rabbia tra i tifosi arabi che l'hanno definita "offensiva" e "provocatoria".
"Vieni da noi e rispetti la nostra religione, la nostra cultura e le nostre leggi, altrimenti le mani te le metti dove ti pare", si legge in un tweet. "Fame, povertà, siccità e tanti altri problemi globali e scegliete questa come la causa da far vostra", ha protestato un altro fan arabo.
Su Facebook è spuntato anche un post che invita a i tifosi arabi e musulmani a non lasciarsi piegare: "Se i tedeschi difendono la loro causa, siate fieri della vostra religione e difendetela anche voi".
Di questi sentimenti si era fatto in parte portavoce il presidente della Fifa, Gianni Infantino, lamentando "l'ipocrisia" delle "lezioni morali a senso unico" e ricordando come gli europei debbano fare autocritica per 3mila anni di storia. "Ha espresso da occidentale il disagio che molti di noi avvertono nel sentirsi bersagli del razzismo", ha osservato il 21enne qatarino Omar Alsaadi parlando alla Cnn.
Di fronte al diluvio di critiche e di denunce di violazioni dei diritti umani (la Bbc non ha neppure trasmesso in diretta la cerimonia d'apertura preferendo un servizio sulle proteste), in Qatar molti lamentano un 'doppiopesismo'. In particolare si chiedono, come ha fatto anche l'Economist, perché non vi sia stata altrettanta attenzione ai diritti umani per la Coppa del mondo del 2018 in Russia o per le Olimpiadi in Cina nel 2008 (bissate dai Giochi invernali di quest'anno a Pechino).
Per Ayman Mohyeldin, un conduttore dell'emittente Usa MSNBC che in passato ha lavorato per Al Jazira, la copertura di questi mondiali dimostra "quanto siano profondi i pregiudizi occidentali, con un'ostentazione di sdegno morale e, fatto ancora più significativo, intrisi in modo grossolano di due pesi e due misure". Come ha sintetizzato la Commissione suprema per le tradizioni del Qatar: "Tutti sono benvenuti, ma siamo un Paese conservatore e chiediamo semplicemente di rispettare la nostra cultura".
Anche il regime dell'Iran, altro Paese del Golfo, non arabo ma nel pieno di una rivolta interna sostenuta dall'Occidente, ha puntato il dito contro Usa ed Europa che a suo dire "non hanno la credibilità morale" per dare lezioni. "I diritti del popolo iraniano", ha detto la rappresentante iraniana alla riunione di Ginevra, Khadijeh Karimi, "sono stati ampiamente violati dai cosiddetti campioni dei diritti umani con l'imposizione di sanzioni unilaterali da parte dell'Amministrzione americana e con l'attuazione di queste sanzioni crudeli anche da parte dei Paesi europei, in particolare Germania, Regno Unito e Francia".