AGI - L’imprenditore campano Stefano Ceci, legale rappresentante della Diez Fze, società con sede a Dubai, deve “cessare immediatamente” ogni utilizzo dell’immagine di Diego Armando Maradona, la stella del calcio mondiale scomparsa il 25 novembre del 2020 a 60 anni.
Lo ha deciso il giudice Paolo Andrea Vassallo, della seconda sezione civile del tribunale di Napoli, che ha dato ragione a Jorge Sebastian Baglietto, l’amministratore giudiziario che tutela gli interessi dei cinque figli eredi dell’ex Pibe de Oro.
Al centro del contenzioso c’era l’uso della immagine del campione argentino sulle maglie da gioco nella stagione scorsa del Napoli, dopo che il club aveva acquisito dallo stesso Ceci quei diritti frutto di un accordo sottoscritto pochi mesi prima di morire da Maradona con l’imprenditore. Ma gli eredi del numero 10 e Baglietto, rappresentati in giudizio dall’avvocato romano Antonietta Tomassini e dalla collega Federica Meglio, che chiedevano anche il sequestro dei proventi derivanti da quel contratto per una somma non inferiore a 450mila euro, hanno ottenuto l’inibitoria per la diffusione e l’utilizzazione dell’immagine in qualunque forma.
Per il giudice, il contratto stipulato da Ceci con la Società Sportiva Calcio Napoli, pari a poco meno di 23mila euro, è stato “lesivo delle aspettative patrimoniali” che gli eredi hanno in relazione allo sfruttamento dell’immagine di Maradona, “un simbolo planetario del calcio, riconosciuto e riconoscibile in tutto il mondo, il cui valore economico appare di notevole portata, quasi inestimabile”.
La commercializzazione dell’immagine di Diego Armando su 6mila maglie fruttò infatti un ricavo lordo, quasi immediato, di circa 900mila euro. E il contratto sottoscritto da Maradona nell’agosto 2020 con Ceci riconosceva al licenziante il 50% dei proventi, mai pervenuti agli eredi. I quali, tra l’altro, un mese dopo l’accordo tra lo stesso Ceci e il Calcio Napoli sulla commercializzazione dell’immagine del campione così come stilizzata e creata dall’architetto Giuseppe Klain sulle maglie da gioco della prima squadra, notificarono un atto di diffida, ritenendo quell’uso indebito, con contestuale rimozione di foto e immagini dell’ex idolo argentino.
Non potendo più intervenire sulla commercializzazione delle maglie (ovviamente tutte vendute) e tenuto conto della buona fede del club partenopeo, il giudice ha così ritenuto di emettere un’ordinanza inibitoria nei confronti di Ceci alla luce del “suo comportamento abusivo” e lesivo degli interessi degli eredi Maradona, autorizzando tra l’altro un sequestro conservativo cautelativamente fissato in 150mila euro.