AGI - C’era un cinese in coma. Se si volesse prendere in prestito dal cinema un titolo per raccontare i primi giorni del Torneo dei Candidati, l’evento che elegge lo sfidante ufficiale al trono mondiale di scacchi in cui è seduto Magnus Carlsen, la pellicola di Carlo Verdone sarebbe perfetta. Ding Liren, numero due del mondo per punteggio Elo, è stato infatti il protagonista negativo della prima tornata di tre incontri in cui, com’era prevedibile, le patte hanno dominato la scena. Ben 9 scontri su 12 sono finiti in pareggio.
Non si giudichino, però, i match, solo dal risultato finale. Le ‘botte’ su questo ring di 64 caselle ci sono state eccome ma, gli otto partecipanti, sanno come incassare bene le offensive altrui e le difese, finora, anche quelle più disperate, hanno retto. Quasi tutti hanno giocato a carte coperte cercando di saggiare lo stato di forma dei rivali e affrontando il torneo come una maratona, senza scatti o allunghi.
A rimanere leggermente indietro, con due patte e una sconfitta, sono stati proprio il 29enne di Wenzhou e l’azero Teimour Radjabov. Ma se quest’ultimo è considerato dai bookmakers il giocatore “peggiore” del lotto (virgolette d’obbligo visto che si tratta di fenomenali Grandi Maestri) vedere Liren così in difficoltà ha sorpreso un po’ tutti.
E non solo per il livello di scacchi messo in mostra finora, lontano anni luce da quello consueto, ma soprattutto per le emozioni che ha lasciato trapelare. Sguardo allarmato, mani nei capelli, sempre curvo in avanti. Il cinese di ghiaccio, sempre imperturbabile, è apparso preoccupato fin dalle prime mosse scambiate con Nepomniachtchi.
In questi anni influenzati dal Covid, Liren ha giocato molto poco e solo nell’ultimo mese, con un tour de force per raggiungere il numero necessario di partite per partecipare ai “Candidati”, ha ritrovato con costanza la sua postazione davanti a una scacchiera fisica. E così questo lungo periodo senza avversari di una certa levatura, fuori dai confini nazionali, si è fatto sentire.
Il primo giorno di riposo è arrivato nel momento giusto per permettere al numero due del mondo di rimettere insieme i pezzi e ripresentarsi domani con un nuovo spirito. La gara è lunga, il gruppo è comunque vicino, il terreno da recuperare non è tantissimo.
A partire senza freno tirato sono stati invece i due scacchisti che il Torneo dei Candidati lo hanno già vinto. Nepomniachtchi ha sorpreso Liren all’esordio strappando un successo con il nero e mostrando una superiorità, schiacciante. Soprattutto nel brillante attacco sull’ala di Re, che ha ricordato come il russo, nonostante la debacle con Carlsen, debba essere inserito tra i favoriti per la vittoria finale.
Il talento è purissimo nonostante i nervi ballerini. Le due patte successive, una con Caruana col bianco e una con Radjabov col nero, hanno confermato uno stato di forma eccellente, soprattutto dal punto di vista mentale. Capire se la spina rimarrà attaccata fino al termine delle 14 partite è l’incognita più grande per il 31enne di Bryansk.
Fabiano Luigi Caruana, doppio passaporto italiano e americano, nato a Miami ma con quattro nonni siciliani, è apparso altrettanto in forma. Per lui una vittoria all’esordio con Nakamura, una patta ma portando una novità teorica sulla partita italiana contro ‘Nepo’, e una solida partita contro la siciliana (variante Najdorf) di Duda. L’ex prima scacchiera della Nazionale italiana, insomma, resta forse l’uomo da battere, anche secondo le previsioni di Carlsen e degli scommettitori.
Chi ha deciso di distinguersi dalla folla è Hikaru Nakamura. Lo streamer di scacchi più famoso del mondo ha deciso di giocarsi, in ogni match, il tutto per tutto. Col nero, contro Caruana, è andata malissimo: la Berlinese con cui ha cercato di opporsi all’apertura spagnola è naufragata quando il Re è rimasto, inspiegabilmente, senza pedoni e senza difesa (sui social i meme si sono moltiplicati). Contro Radjabov, invece, è arrivata una vittoria convincente, pur con più di un brivido. Contro Firouzja, infine, solo una risorsa difensiva incredibile, trovata dall’americano nato in Giappone, ha permesso di ottenere una patta per la delusione del 19enne francese.
Già, Firouzja. Il giocatore più atteso, che ha festeggiato il compleanno davanti alla scacchiera, non ha avuto un inizio facile di torneo. Tre patte, molto diverse, con la consapevolezza però che il meglio deve ancora venire. I primi due match, per sorteggio, giocati entrambi con il nero.
Nel primo contro Radjabov l’emozione era visibile e la partita è terminata senza scossoni; nel secondo, invece, il giovane nato in Iran è stato graziato da Rapport che non ha sfruttato un’occasione d’oro con entrambe le torri in settima traversa; nel terzo, come detto, solo un fenomenale Nakamura gli ha impedito di festeggiare la prima vittoria. A guardar bene i match non si può non notare un crescendo che fa ben sperare. Le sfide con Nepo e Caruana diranno di più sulle sue reali chance di successo.
Sullo sfondo restano Rapport e Duda. L’ungherese (che rappresenterà in futuro la federazione della Romania) ha provato a sparigliare le carte, ad esempio giocando una variante molto rara (la Chekover) contro la siciliana di Firoujza. Tirando le somme, però, ha raccolto tre patte pur restando fedele al suo gioco creativo e mai banale. Chissà se basterà per coltivare ambizioni che, ad oggi, sembrano restare solo dei sogni.
Il polacco, invece, è apparso fin troppo rinunciatario. La sensazione è che, almeno in due partite su tre, avesse spesso la possibilità di sfruttare una posizione di vantaggio, seppur minimo, preferendo chiudere ogni controgioco dell’avversario e limitandosi a schivare i rischi. Ora il ghiaccio è rotto e anche dall’ultimo vincitore delle Olimpiadi di scacchi ci si attende un cambio netto di marcia.
Questa la classifica dopo i primi tre turni: Caruana, Nepomniachtchi 2 punti; Nakamura, Firoujza, Rapport e Duda 1,5; Radjabov e Liren 1. Domani in programma: Rapport-Nakamura, Nepo-Firoujza, Duda-Radjabov e Liren-Caruana.