AGI - “Mia mamma ha 85 anni, non è in grado di muoversi e vive a Donetsk: ho paura di non vederla più”. Lo ha detto con tanta commozione Sergej Bubka, presidente del Comitato olimpico ucraino intervenendo al Centro di Preparazione olimpica del Coni ‘Giulio Onesti’ di Roma parlando della paura di non rivedere più la mamma Valentina che vive a Donetsk.
Sergej, nato il 4 dicembre del 1963 a Lugansk, è stato il primo uomo della storia a valicare i 6,00 metri nel salto con l’asta ‘scalando’ il cielo fino a 6,15 metri. “Quando la guerra è scoppiata mi sono detto che non era possibile, è stato uno shock. La Nazione dove sei nato è la tua Nazione: io sono nato in Unione Sovietica ma sono ucraino”, ha aggiunto Bubka.
Nel suo intervento l’attuale numero uno dello sport ucraino ha ricordato l’edizione del Golden Gala di Roma del 1984. “Ieri ho visitato gli impianti sportivi simbolo del movimento olimpico italiano e, quindi, anche lo stadio dove nel 1984 nella prima gara dopo i Giochi olimpici di Los Angeles si sono incontrati il capitalismo e il socialismo”, ha detto Bubka.
Il riferimento è alla sfida del 31 agosto del 1984 all’Olimpico tra il francese Thierry Vigneron e Bubka. Qulla sera il transalpino portò il record mondiale a 5,91 metri e poco dopo l’allora sovietico Bubka valicò i 5,94.
“Siamo qui perché nel nostro Paese c’è la guerra, siamo qui oggi per dire grazie all’Italia, a tutto il popolo italiano, il mio cuore è rotto”. Bubka, una delle figure più influenti nello sport mondiale, oggi ha incontrato una rappresentanza di atleti ucraini che da quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina hanno trovato supporto in Italia.
“Noi siamo una Nazione forte, un popolo forte, amiamo la vita”, ha aggiunto Bubka. Alla conferenza stampa che sancisce ufficialmente l’amicizia e il supporto tra Italia ed Ucraina, prendono parte il Sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali, il presidente del Coni e collega di Bubka nel Cio, Giovanni Malagò, il ministro della Gioventù e dello Sport dell’Ucraina, Vadym Guttasait, ed il segretario generale del Coni, Carlo Mornati.