AGI - Gli scacchisti russi si schierano con Kiev e attraverso una petizione chiedono al presidente Putin di fermare la guerra: "Gli ucraini sono nostri fratelli, chiediamo la pace". Si tratta di una presa di posizione fortissima dato che in Russia gli scacchi sono sport nazionale, tanto da popolare scuole e circoli. Il documento, rilanciato e tradotto sui social della Federazione italiana (Fsi), è stato firmato da piu' di trenta giocatori tra cui spiccano i nomi di Ian Nepomniachtchi, Daniil Dubov e Aleksandra Kosteniuk.
"Appello al Presidente della Federazione Russa dei giocatori di scacchi russi. Ci opponiamo alle azioni militari sul territorio dell'Ucraina e chiediamo un cessate il fuoco tempestivo e una soluzione pacifica del conflitto attraverso il dialogo e i negoziati diplomatici", si legge nella nota diffusa sul sito e su Twitter.
"È insopportabilmente doloroso per noi vedere la catastrofe che sta accadendo in questi giorni ai nostri popoli", scrivono gli atleti che partecipano alle competizioni internazionali senza la propria bandiera.
"Abbiamo sempre giocato per la Russia in gare individuali e, con particolare orgoglio, in squadre. Crediamo che gli scacchi, come gli sport in generale, debbano unire le persone. I tornei internazionali più difficili e prestigiosi si sono svolti nel nostro Paese ai massimi livelli anche in piena pandemia. Gli scacchi insegnano la responsabilità delle proprie azioni e ogni azione conta e un errore può portare a una situazione di non ritorno. E se si è sempre trattato di sport, ora sono in gioco la vita delle persone, i diritti e le libertà fondamentali, la dignità umana, il presente e il futuro dei nostri Paesi". Per questo, "in questi tragici giorni, pensiamo a tutte le persone che si sono trovate al centro di questo terribile conflitto. Condividiamo il dolore con i nostri colleghi ucraini e chiediamo la pace".
Gli scacchisti russi ricordano poi come la squadra di scacchi ucraina detenga il titolo di campione europea femminile in carica, "una delle migliori squadre al mondo insieme alla nostra. Abbiamo giocato decine di partite e centinaia di partite. Abbiamo sempre messo la sfida agonistica al di sopra della politica e gli ucraini hanno fatto lo stesso. Vi chiediamo di dare alle squadre, ai giocatori e alla gente comune di entrambi i paesi una possibilità di rispetto reciproco. Siamo per la pace. Fermate la guerra!"
All'appello manca invece Sergej Karjakin, numero 18 del mondo e sostenitore di Putin. L'ex sfidante al titolo di campione del mondo, sconfitto nel 2016 da Magnus Carlsen, e' nato nella Crimea filorussa e negli ultimi giorni ha scatenato un putiferio con alcuni tweet in favore dell'avanzata russa in Ucraina. La Federazione internazionale ha aperto nei suoi confronti un caso "etico" per valutare la sua condotta e agire di conseguenza. A Mosca, qualche giorno fa, è stata tolta anche la possibilità di organizzare e ospitare le prossime Olimpiadi previste in estate.
Questi i nomi dei firmatari della petizione: Ian Nepomniachtchi, Alexandra Kosteniuk, Daniil Dubov, Peter Svidler, Andrey Esipenko, Maxim Matlakov, Kirill Alekseenko, Alexander Motylev, Evgeny Naer, Pavel Tregubov, Alexander Khalifman, Polina Shuvalova, Igor Lysy Dmitry Kryakvin, Vladimir Barsky, Mark Glukhovsky, Maxim Notkin, Maxim Chigaev, Anastasia Chigaeva, Olga Badelko, Pavel Ponkratov, Alexander Shimanov, Daniel Yuffa, Konstantin Mesropov, Svetlana Ershova, Evgeny Egorov, Anna Volkova, Eteri Kublashvili, Yana Sidorchuk, Anna Burtasova, Denis Grigoriev, Ilya Gorodetsky, Oleg Pervakov.