AGI - Sdraiarsi su uno slittino di carbonio e lanciarsi come un proiettile a oltre 130 chilometri e andare a cogliere una medaglia di bronzo olimpica. Come si fa chiedetelo a Dominik Fischnaller, stupendo terzo nella gara, su quattro estenuanti manche (in Coppa del mondo sono due), dei Giochi olimpici di Pechino. Per l'Italia quella arrivata dallo slittino è la terza medaglia in due giorni dopo gli argenti di Francesca Lollobrigida nei 3000 metri del pattinaggio velocità e della staffetta mista dello short track.
Sul budello ghiacciato del 'Yanqing National Sliding Centre' tra le brulle montagne cinesi, lo slittinista azzurro ha dato fondo alla sua esperienza, ha dato con i suoi piedi gli impulsi perfetti alle alette della slitta preparata minuziosamente negli ultimi quattro anni dopo la beffa di PyeongChang 2018 quando dovette guardare il podio dal quarto posto per appena due millesimi.
Nella fredda notte cinese ci ha pensato questo ragazzone nato tra le montagne dell'Alto Adige - dove lo slittino gode di una lunga tradizione seppur non ci siano piste, come nel resto d'Italia - a infiammare l'atmosfera.
Un bronzo che arriva dopo un ciclo olimpico di astinenza e soprattutto dopo le sei medaglie consecutive di quel mito, di quella leggenda vivente che al secolo è Armin Zoeggeler, oggi direttore tecnico azzurro.
Dominik, 28 anni, carabiniere di Maranza, paesino all'imbocco della Val Pusteria dove esiste ancora un pistino per testare i materiali - era gestito dal mago delle 'schlitte' (come pronunciano slitte i sudtirolesi), Walter Plaikner - ha coronato una carriera nel corso della quale ha raccolto molto anche se non tantissimo. Quattro discese, quattro piccoli grandi capolavori che sono serviti per centrare l'obiettivo fissato gia' in quell'amara serata dell'11 febbraio 2018.
È' stata una grande liberazione per tanti motivi, nella mia testa quei due millesimi di PyeongChang son sempre stati lì negli ultimi quattro anni, erano un'ossessione, adesso finalmente posso lasciarmeli alle spalle", ha detto emozionato Fischnaller che poi ha aggiunto, "nell'ultima manche mi son detto che avrei preferito arrivare decimo che di nuovo quarto".
Dominik, cugino di Kevin, che non ha potuto gareggiare perché due giorni fa risultato positivo al maledetto coronavirus, ha saputo mantenere i nervi saldi tra la terza e la quarta manche quando a soffiare sul collo c'era un nome tutt'altro che sconosciuto, il due volte campione olimpico, il tedesco Felix Loch che ha concluso quarto a quasi due decimi dal bronzo.
"Questa medaglia la dedico a mio cugino Kevin. È stata una settimana veramente difficile quando lo hanno trovato positivo, ho avuto paura come tutta la squadra. Mi è mancato averlo al mio fianco durante la gara perché con lui posso parlare e mi capisce più di tutti", ha commentato Dominik.
Davanti all'azzurro, rimasto a 951 millesimi dall'oro, solo due grandi campioni: il tedesco Johannes Ludwig, quattro anni fa e oro nel team event, e l'austriaco Wolfgang Kindl staccato di appena 160 millesimi e alla prima medaglia a cinque cerchi.
Tre atleti di tre Nazioni diverse, ma quelle che negli anni hanno conquistato più medaglie. La Germania da Calgary '88 (c'erano ancora gli slittinisti della Ddr) è sempre salita sul podio maschile dei Giochi (tre volte con Georg Hackl e due con Felix Loch), tranne a Torino nel 2006. Per l'Italia dello slittino e' la 18/a medaglia di sempre ai Giochi, la nona in campo maschile.
Il bronzo di Fischnaller va ad aggiungersi a un medagliere nobile. Due i campioni olimpici azzurri, Paul Hildgartner a Sarajevo '84 ed Armin Zoeggeler a Salt Lake City 2002 e Torino 2006, due gli argenti, Hildgartner a Lake Placid '80 e Zoeggeler a Nagano '98, e tre bronzi, tutti di Zoeggeler a Lillehammer '94, Vancouver 2010 e Sochi 2014.
Una curiosità: tutti i citati, da Plaikner a Fischnaller passando per Hildgartner e Zoeggeler erano o sono tutt'oggi appartenenti al Centro Sportivo Carabinieri. Come ha ricordato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, "questa medaglia si può definire quasi un miracolo considerando che in Italia non abbiamo una pista".
Il problema delle piste dello slittino è ormai annoso con gli slittinisti italiani - ad eccezione di qualche anno a cavallo dei Giochi di Torino 2006 quando la pista era quella di Cesana Pariol - costretti ad allenarsi all'estero tra Innsbruck e la Germania e disputare lo stesso campionato nazionale su budelli stranieri. Tante promesse sulla costruzione delle piste - verrebbero sfruttate anche le discipline di bob e skeleton - ma nemmeno le tante richieste di Zoeggeler avevano sortito gli effetti sperati.
"Dominik si è meritato questo risultato, e' una medaglia importantissima - ha detto a caldo Armin Zoeggeler - Quattro anni fa è stato veramente sfortunato perché avrebbe avuto la possibilità di salire sul podio. Siamo un bel gruppo, una bella squadra, molto legata e vincere una medaglia da tecnico è molto diverso che farlo da atleta. Dominik ha tutto il talento e la capacità di un atleta modello, sono certo potrà fare ancora di più". Parola di Armin Zoeggeler, il mitico 'Cannibale'.