AGI - Accoglienza in patria da eroe per Novak Djokovic, sbarcato all'aeroporto di Belgrado dopo l'espulsione dall'Australia al termine di un'odissea giudiziaria durata 11 giorni.
All'arrivo del volo da Dubai, molti tifosi con le bandiere tricolori della Serbia lo hanno salutato al grido di 'Nole, Nole' da dietro lo schieramento di media e forze di sicurezza.
Intanto, però, è a fortissimo rischio anche la partecipazione al Roland Garros e gli sponsor riflettono sulle ripercussioni per l'immagine di un campione che ora è molto controverso.
Djokovic non ha fatto dichiarazioni e ha lasciato rapidamente lo scalo. In patria la battaglia del 34enne serbo numero uno del tennis mondiale per poter disputare gli Australian Open pur non essendo vaccinato è stata accompagnata da un sostegno quasi unanime.
Il presidente serbo, Aleksander Vucic, ha accusato Canberra di aver inscenato una "farsa piena di bugie". Sulla torre Kula di Belgrado affacciata sul fiume Sava è apparsa la scritta luminosa "Nole, tu sei l'orgoglio della Serbia".
Con la sua battaglia, però, Djokovic rischia di aver compromesso di più che la possibilità di conquistare per la decima volta gli Australian Open. Ora si è appreso che se non si vaccinerà 'Djoker' non potrà difendere il suo titolo al Roland Garros, lo Slam parigino sulla terra rossa in programma dal 16 maggio al 5 giugno.
La Francia, infatti, ha chiarito che il Green pass rafforzato, quindi quello per i vaccinati o guariti, "sarà obbligatorio per l'ingresso nei luoghi aperti al pubblico già soggetti al pass sanitario come stadi, teatro o palazzetti, sia per gli spettatori che per i praticanti e gli atleti professionisti, francesi o stranieri".
La precisazione del ministro dello Sport, Roxana Maracineanu, significa che al momento non è prevista alcuna 'bolla sanitaria' per gli atleti stranieri e quindi, salvo deroghe future, 'Nole' non potrà mettere piede nello Stade Roland Garros se non si sarà vaccinato.
Dal fronte degli sponsor di Djokovic, la Lacoste ha fatto sapere che parlerà "al più presto" con il numero uno del ranking Atp "per fare il punto" sulla vicenda che ha portato alla sua esclusione dagli Australian Open.
Un caso che ha attirato una grande pubblicità mondiale di cui la casa d'abbigliamento francese legata a 'Nole' dal 2017 avrebbe fatto volentieri a meno. Nessun commento, per ora, dagli altri sponsor Peugeot, Hublot e Asics.
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha definito la vicenda Djokovic "una brutta pagina e un cattivo esempio". "I campioni dello sport dovrebbero aiutarci in questa comunicazione difficile nel cercare di convincere i cittadini ancora scettici, sappiamo quanto un campione può avere effetto sui suoi fan e tifosi", ha dichiarato a 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento.
Un tribunale federale ha respinto all'unanimità il ricorso del 34enne serbo contro l'annullamento del visto. Il numero uno del mondo non potrà quindi partecipare agli Australian Open che si aprono domani e rischia di non poter rimettere piede nel Paese per 3 anni. Le tappe del 'match' contro Canberra