AGI - Basket, pallanuoto e pallavolo. L'Italia degli sport di squadra più tradizionali si è fermata a un passo dal sogno olimpico. La soglia di sbarramento era quella dei quarti di finale, una linea di demarcazione che in modo crudele divide la gioia di giocarsi una medaglia dalla delusione di tornare a casa a mani vuote.
Una medaglia di legno collettiva, di squadra, che non lenisce il rammarico di chi sa che ha perso una grande occasione. Una di quelle chance che arriva solo ogni quattro anni e, per molti, appena una volta nella vita.
Pallacanestro a testa altissima
Il basket azzurro è uscito a testa altissima dopo un'estate vissuta con l'adrenalina a mille e iniziata con la vittoria al pre-olimpico contro la fortissima Serbia, battuta a casa propria e contro ogni previsione. Le vittorie convincenti con Germania e Nigeria, e la sconfitta onorevole contro la quotata Australia, avevano alimentato desideri proibiti di podio poi interrotti dalla fortissima Francia.
I transalpini, senza alcun timore riverenziale nei confronti degli Stati Uniti, puntano all'oro e contro i ragazzi di Meo Sacchetti hanno dovuto sudare sette camicie per evitare, per loro sì, una clamorosa eliminazione. Insomma, da questa cavalcata riparte il movimento cestistico italiano che saluta i grandi veterani come Belinelli e Datome, assenti a Tokyo, per affidarsi alle nuove leve rappresentate da Nico Mannion, Simone Fontecchio e Achille Polonara.
La delusione sotto rete
Discorso opposto è quello che si deve fare per la spedizione della pallavolo azzurra in Giappone. La squadra maschile, vice-campione olimpica in carica, si è arresa al tie-break contro gli argentini che hanno messo in campo più "garra" e "grinta" e hanno portato a casa una partita più che equilibrata.
L'Italia aveva affrontato già tre volte la squadra albiceleste negli ultimi mesi senza mai concedere più di un set. Una sconfitta inaspettata che spegne i sogni di gloria dello staff guidato da mister Blengini che, in vista di Parigi 2024, dovrà trovare nuova linfa, oltre a quella già portata da Michieletto, per aiutare i veterani (sempre più veterani) come Juantorena, Zaytsev e Giannelli.
Anche in campo femminile le recriminazioni sono tantissime. L'avversario, ancora la Serbia, era certamente più temibile ma è il 'come' è arrivata la sconfitta a preoccupare coach Mazzanti e lo staff tricolore. Un netto 3-0, senza se e senza ma, con le azzurre mai entrate in partita e schiacciate, letteralmente, dalle rivali.
Persino Paola Egonu, una delle giocatrici più forti ed efficaci dell'intero panorama mondiale non ha saputo guidare le compagne a una reazione che tanti appassionati si aspettavano. Decisiva, in questo senso, la discontinuità messa in campo dall'Italia che, con la sconfitta contro la Cina nell'ultima partita del girone, si è esposta a un sorteggio più complicato e, quindi, a un'uscita prematura dalla competizione.
Rammarico 'Settebello'
Chiude questa carrellata di brucianti sconfitte il Settebello di Sandro Campagna che si è arreso, sempre ai quarti, contro l'onnipresente Serbia. Anche in questo caso, nonostante la caratura dell'avversario, a lasciare l'amaro in bocca è la sensazione che non ci sia mai stata gara tra le due compagini.
Dopo il 2-2 iniziale, infatti, la pallanuoto azzurra non è riuscita mai a colmare il break di tre reti segnate dagli slavi che, da quel momento in poi, hanno controllato una gara in cui il risultato (10-6) non è mai stato apparso in discussione. Insomma, quattro sconfitte che gridano vendetta e che, in questo senso, possono insegnare molto in vista di Parigi 2024 ma anche degli appuntamenti intermedi, mondiali ed europei.