AGI - "Vogliamo creare una Roma vincente, ma vogliamo anche creare un futuro vincente. Non vogliamo che il successo sia un momento isolato".
Questo è uno degli obiettivi di Jose Mourinho, neo allenatore della Roma. "Vogliamo iniziare a organizzare al meglio il club in ogni area che abbia a che fare con la squadra", aggiunge.
L'allenatore portoghese ha le idee chiare su quello che vorrà fare a Trigoria. "Chiaramente il club è molto di più che la sola squadra di calcio. È molto di più dei risultati ottenuti dalla squadra di calcio. Ma sappiamo che il barometro e la bussola si basano su questo. Quindi, vogliamo costruire qualcosa d'importante". Ed è consapevole delle difficoltà che potrebbe incontrare. Roma non è una è piazza facile.
"Sappiamo che dovremo farlo un passo alla volta. Bisogna iniziare dalle strutture che ruotano attorno alla squadra. Non solo le infrastrutture, ma anche le strutture umane. E, come dice la proprietà, questo è il modo per garantire al club un futuro di successo".
“Sono entusiasta sin dal primo giorno. E sono sincero quando dico sin dal primo giorno. Quando ho incontrato la proprietà e Tiago Pinto, ho avuto subito delle sensazioni molto positive. E questo significa molto per me".
"Il mio entusiasmo, ovviamente - ha detto il tecnico giallorosso - si basa sulle conversazioni che abbiamo avuto, sulle idee che ci siamo scambiati, ma anche su qualcosa a cui io do molto valore: le sensazioni umane. L'empatia. Sin dal primo giorno ho avuto voglia che arrivasse il vero primo giorno, cioè il giorno in cui sarei arrivato a Roma”.
Mou ha detto che a convincerlo a prendere la guida della squadra giallorossa, “Sono state le sensazioni umane, ma anche le idee, le informazioni, le domande e le risposte di entrambe le parti. Dopo il primo colloquio - ha spiegato - ho avuto la sensazione che questo non è il progetto dei Friedkin, non è il progetto di José Mourinho, non è il progetto di Tiago Pinto, questo è il progetto dell'AS Roma. È questo che ho pensato. Ed è qualcosa che mi ha colpito particolarmente. Perché, com'è noto, nella mia carriera ho avuto diverse esperienze e ho lavorato in club con situazioni simili a questa, con una proprietà straniera, mettiamola così".
Mou ha detto che a convincerlo a prendere la guida della squadra giallorossa, “Sono state le sensazioni umane, ma anche le idee, le informazioni, le domande e le risposte di entrambe le parti. Dopo il primo colloquio - ha spiegato - ho avuto la sensazione che questo non è il progetto dei Friedkin, non è il progetto di José Mourinho, non è il progetto di Tiago Pinto, questo è il progetto dell'AS Roma. È questo che ho pensato. Ed è qualcosa che mi ha colpito particolarmente. Perché, com'è noto, nella mia carriera ho avuto diverse esperienze e ho lavorato in club con situazioni simili a questa, con una proprietà straniera, mettiamola così".