AGI - Dall’erba di Wimbledon sono passate tutte le stelle del tennis diventate poi vere leggende. Wimbledon, sobborgo di Londra, nel mondo è famoso per il suo torneo di tennis, il più antico, il più prestigioso di tutti con una storia di 144 anni. Nulla è superiore al ‘tempio’ di Wimbledon che lo scorso anno fu costretto a cedere il passo alla mortale pandemia di Covid-19.
Seguendo il claim ‘Wimbledon is back!’, oggi migliaia di appassionati dello sport della racchetta hanno atteso sotto la pioggia battente l’apertura dei ‘gates’, i cancelli dell’impianto. Il maltempo ha costretto di posticipare l’inizio di gran parte delle partite e di farne disputare altre sotto la copertura.
Parlare di Wimbledon significa raccontare narrazioni di grandi tennisti e tenniste, di storie di vita, di epoche, di singoli incontri talvolta diventati delle vere e proprie maratone. Ebbene, una di queste è stata la finale di due anni fa, una sfida tra due titani del tennis, lo svizzero Roger Federer e il serbo Novak Djokovic. A imporsi dopo 4 ore e 57 minuti fu il giocatore di Belgrado che evitò al rossocrociato di portare a 9 i successi sull’erba di Wimbledon rimasti a 8.
Restando al capitolo degli incontri-maratona non va dimenticato quanto accadde tra il 22 e il 24 giugno del 2010. Primo turno, sfida tra l’americano John Isner e il francese Nicolas Mahut. Il match viene sospeso per oscurità sul 2 a 2 per poi essere ripreso il giorno dopo alle ore 14 ma è sempre l’oscurità a costringere gli arbitri a mandare gli atleti negli spogliatoi. Il giorno 24 l’epilogo con Isner che s’impone per 70 a 68 al quinto set dopo ben 11 ore e cinque minuti.
Le origini del torneo di Wimbledon risalgono al 1877 quando il britannico Spencer Gore, giocatore di cricket e inventore della volée, vinse davanti a soli 200 spettatori. Tra la prima e la seconda guerra mondiale il torneo aumentò di popolarità. Il ventennio 1952-1972 fu segnato la dominio dei tennisti australiani da Frank Sedgman a Rod Laver (vincitore di quattro edizioni). Agli aussie seguirono gli americani, Stan Smith, Jimmy Connors e Arthur Ashe. La fine degli anni ’70 su segnata dal dominio dello svedese Bjoern Borg capace di vincere cinque edizioni consecutive (1976-1980), primato eguagliato solo da Roger Federer (2003-2007). Epica, spettacolare e indimenticabile la finale dell’‘80 vinta dallo scandinavo su John McEnroe.
Nel 1978 iniziò la lunga striscia di successi – in totale 9 – di Martina Navratilova, prima boema e poi americana. Nel 1985 a regalare un sorriso alla Germania Ovest fu il giovane Boris Becker che a 17 anni e 227 giorni conquistò Wimbledon battendo Kevin Curren.
Sempre tedesca la protagonista del movimento femminile: nel 1988 Steffi Graf vinse il suo primo dei sette tornei di Wimbledon. Gli anni ‘90 furono caratterizzati anche dalla rivalità tra Andrè Agassi e Pete Sampras. Nel 2003 il primo acuto di Federer che dominò sui campi di Wimbledon fino al 2007. Straordinaria, emozionante e dagli alti contenuti tecnici la finale del 2008 quando Federer fu costretto a cedere 9 a 7 allo spagnolo Rafa Nadal.
Dal 2011 a oggi i grandi protagonisti delle finali sono stati Djokovic (5 volte vincitore e una volta secondo), Federer ed Andy Murray. In campo femminile dal 2000 hanno visto grandi protagoniste Serena e Venus Williams. Le due sorelle americane si sono affrontate quattro volte in finale, tre volte ha vinto Serena ‘The Queen’.