AGI - Nessuna clemenza per Alex Schwazer. La World Atheltics ribadisce lo stop alle gare fino al 2024, anno in cui scadrà la sua squalifica per doping. Quindi, niente Giochi di Tokyo.
“Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell’atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tribunale Arbitrale dello Sport sulla base di quelle che possono essere descritte solo come teorie di manipolazione inverosimili”.
È la risposta di World Athletics, la federazione mondiali di atletica leggera (ex Iaaf), all’archiviazione del procedimento penale per doping a carico di Alex Schwazer da parte del Gip del Tribunale di Bolzano.
La World Athletics nella sua nota non fa diretto riferimento all’esclusione di Schwazer dalle Olimpiadi di Tokyo ma chiude a qualsiasi possibilità di un ‘atto di clemenza’.
“World Athletics preferisce non commentare la decisione dell’autorità italiane di non perseguire l’atleta per il crimine di dopaggio.
Questa è una questione di legge nazionale - aggiunge World Athletics - La Wada si è unita a World Athletics nel rifiutare completamente qualsiasi suggerimento di manipolazione in questo caso”.
Dura e pesante è stata l’accusa da parte del Gip del Tribunale di Bolzano che ha scritto senza mezzi termini di “campioni di urina alterati allo scopo di risultare positivi” e di “falso ideologico" e "frode processuale" nell’intricata vicenda doping di Schwazer, quasi immediate sono state le reazioni da parte dell’Agenzia mondiale antidoping (Wada) e da World Athletics. Quest’ultimo, presieduto dall’ex mezzofondista inglese Sir Sebastian Coe, ha fatto capire che non ci saranno atti di clemenza e, pur senza far riferimento alle Olimpiadi di Tokyo 2020, scandisce che “il signor Schwazer non potrà partecipare a competizioni internazionali fino al 2024”, cioè il naturale termine della squalifica di 8 anni.
Nella notte italiana era arrivata la pesante presa di posizione dell’Agenzia mondiale antidoping che si è detta “sconvolta dalle molteplici accuse sconsiderate e infondate fatte dal giudice contro l’organizzazione ed altre parti coinvolte in questo caso”.
Cosa potrà fare ora Alex Schwazer? Le vie sono poche. Nei prossimi giorni gli avvocati del marciatore altoatesino Gerhard Brandstaetter e Thomas Tiefenbrunner valuteranno se ritornare con un ricorso articolato alla Corte federale svizzera essendoci concrete novità nel procedimento (archiviazione) oppure rivolgersi alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.
Il Tribunale della Confederazione svizzera di Losanna il 5 maggio scorso era apparso abbastanza ostile nel trattare nel merito il difficile caso Schwazer e, davanti a nessuna sostanziale novità, aveva rigettato la richiesta di sospensione.
Va anche detto che il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) ha anch’esso sede in Svizzera, a Losanna. Altra strada, più diplomatica, è quella di un atto di clemenza da parte del presidente del Comitato Olimpico Internazionale ma, anche in questo caso, non è un semplice ‘detto-fatto’.