AGI - La ‘mano de Dios’, il gol che cambiò il calcio. Correva l’anno 1986. Un anno segnato dalla prima storica visita di Papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, dalla prima connessione Internet in Italia, dal disastro nucleare di Chernobyl. Nello sport è l’anno della ‘mano de Dios’, del gol segnato con la ‘mano di Dio’ da Diego Armando Maradona, il più grande calciatore della storia, da oggi, con la sua morte, sempre più ‘leggenda’.
Il 22 giugno di 34 anni fa allo stadio Azteca di Città del Messico nel quarto di finale del Mondiale contro l’Inghilterra, ‘El Pibe de oro’, realizzò un gol che passò alla storia, che venne analizzato migliaia di volte, che diventò titoli di tanti libri e anche di film. La vigilia della partita era stata caratterizzata da quella tensione sempre latente scoppiata quattro anni prima a seguito della Guerra delle Falkland.
Tutto accadde al quinto minuto della ripresa. Argentina e Inghilterra erano ancora sullo 0 a 0. Maradona, genio del calcio e sregolatezza, inizia la sua cavalcata poco dopo centrocampo, scarta cinque avversari, arriva fino al limite dell’area di rigore, passa a Jorge Valdano ma il pallone è svirgolato da Steve Hodge che lo alza a campanile all’interno dell’area di rigore. Il portierone inglese Peter Shilton esce dalla porta e, nel tentativo di afferrare il pallone sfruttando la sua altezza (un metro e 85), viene anticipato da Maradona, che pure era più basso di 20 centimetri. Il fuoriclasse argentino si eleva, alza il braccio sinistro, il pallone colpisce la mano (un pugno) e finisce oltre la linea di porta. È gol, è l’1 a 0 dell’Argentina. Immediate le proteste degli avversari.
La Var all’epoca non esisteva e l’arbitro tunisino Ali Bin Nasser, che non si accorse di quello che sarebbe stato un classico ‘fallo di mano’, convalidò la rete. L’Argentina vinse l’incontro per 2 a 1 e sette giorni dopo si laureò campione del mondo davanti a 114.000 spettatori dell’Azteca. Nella finale contro la Germania Ovest di Rummenigge, ‘La Seleccion’ vinse 3 a 2. Nel corso della conferenza stampa Maradona, per raccontare quella rete tanto contestata dagli inglesi, affermò in spagnolo “un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios” (“un po' con la testa di Maradona ed un altro po' con la mano di Dio”).
Negli anni successivi Maradona rivelò alcuni aneddoti. Il primo, quello che sul campo immediatamente dopo la rete e la corsa verso le tribune che incitò i compagni, inizialmente rimasti nelle rispettive posizioni, ad abbracciarlo e festeggiare il gol (“venite ad abbracciarmi o l'arbitro non la convaliderà”, disse). Il secondo risale al 2008 nel corso di un’intervista al Sun. ‘El Pibe de Oro’ disse, “se potessi scusarmi e tornare indietro, lo farei, ma un gol è sempre un gol e grazie a quello l’Argentina vinse il Mondiale e io sono diventato il miglior giocatore al mondo. Non posso cambiare la storia, tutto quello che posso fare è andare avanti”. Rimase molto male il portiere Shilton. “Una parte di me ritiene che sia tempo di andare oltre, l'altra invece no – disse alcuni anni fa l’estremo difensore della nazionale inglese –. La condizione però è che prima Maradona si scusi per quello che ha fatto. Eravamo i due capitani quel giorno. Non l'ho mai più incontrato da allora. E non è che esattamente mi mancasse, ma ormai è passato tanto tempo”.