I l suo esordio nell'Ufc, il più importante circuito mondiale di Mixed Martial Arts (Mma) è avvenuto quasi per caso. Carlo Pedersoli Jr, nipote omonimo dell'indimenticato Bud Spencer, ha ricevuto la chiamata solo 10 giorni fa. Avrebbe dovuto rimpiazzare Salim Touahri, infortunato a un ginocchio, nella sfida contro un'autentica stella dello sport di combattimento più popolare del momento: l'inglese Brad Scott, un ruolino di 11 vittorie e 5 sconfitte. Va inoltre ricordato che i per i fighter di Mma di livello elevato trascorrono in media tre o quattro mesi tra un incontro e l'altro. L'ultimo match (vincente) di Pedersoli risaliva invece ad appena un mese fa. Nonostante ciò, il nipote del celebre attore partenopeo si è aggiudicato il combattimento con due round su tre, battendo lo sfidante nella sua casa, a Liverpool, con il giudizio unanime dei giudici.
Uno stile dinamico e spettacolare
"Una delle chiavi del successo in questo match è stata la maggior mobilità di Carlo rispetto all’inglese, che scendendo dalla categoria di peso superiore poteva puntare su una maggior potenza, ma ha evidenziato una minore agilità oltre forse ad aver accusato il notevole taglio del peso", spiega la Gazzetta, "Scott ha comunque mandato al tappeto Pedersoli nel primo round, che ha unanimemente vinto, ma l’italiano è venuto fuori alla distanza, mostrando un’ottima tecnica con calci e pugni precisi ed alcune bellissime proiezioni. Ha usato molto i suoi colpi girati e benissimo le schivate laterali". "Uno stile di combattimento dinamico e spettacolare, proprio del tipo che piace al pubblico americano e che potrebbe aiutarlo non poco nel prosieguo di una carriera fin qui piena di soddisfazioni. 'Semento' (questo il suo soprannome - storpiatura nipponica di 'Cemento') infatti è all’ottava vittoria consecutiva e ha raggiunto un record di 11 vittorie (di cui 3 per k.o. e 4 per finalizzazione)".
"Scott, probabilmente più forte fisicamente, ma dotato di minore equilibrio e di movimenti più ortodossi, ha avuto difficoltà ad arginare i colpi di Carlo, specie i suoi headkick". spiega Fox Sports, "Ciononostante, il fighter inglese ha tenuto bene botta per la durata dei tre round, incassando benissimo e cercando di ribaltare, invano, i frequenti takedown di Pedersoli. Da segnalare un grande intercetto su tentativo di calcio sforbiciato da parte di Carlo, raggiunto proprio dal diretto di Scott. Pedersoli comunque, a quota due match in short notice nel giro di un mese e altrettante vittorie, si presenta come grande big draw nostrano. Pedersoli ha combattuto per il centro dell'ottagono, non ha sprecato neanche un movimento, ha tenuto il proprio stile caratteristico, fatto di colpi girati e schivate laterali. È stato raggiunto in un paio di occasioni dai colpi pesanti del suo avversario, ma non ha perso la bussola ed ha concretizzato, mettendo a segno i colpi più importanti. In apertura ha tentato anche l'headkick che procurò il knockdown a Nicolas Dalby, non trovando però successo".
"Combatto perché è la mia vita"
“Anche se sono il nipote di Bud Spencer non ho bisogno di riscatti, combatto perché è la mia vita”, ha dichiarato Pedersoli alla Gazzetta alla fine del match, "la chiamata da UFC mi ha colto in un momento di totale relax dopo il match del 28 aprile vinto ai punti contro Nicolas Dalby ma ho lo stesso accettato subito l’offerta perché certi treni passano una sola volta nella vita. E nonostante così poco tempo sono riuscito a raggiungere il limite di peso della categoria ed a tenere bene fisicamente tutti e tre i round”.
E ai fan del nonno, sparsi in tutto il mondo, non potrà essere venuta in mente, per associazione, quella scena di "Anche gli angeli mangiano fagioli" dove Bud Spencer si cimentava sul ring in un incontro di catch.