Neymar ha segnato il suo primo, importantissimo, gol da quando è arrivato al PSG. E non parliamo di quello che ha siglato, all’esordio, durante il match inaugurale della nuova Ligue One. Parliamo di un gol più importante che il calciatore brasiliano, il più chiacchierato dell’estate, ha segnato fuori dal campo, diventando ambasciatore per “Handicap International” e impegnandosi a lavorare per milioni di persone disabili che lottano per i loro diritti.
L’impegno, a Ginevra, su una sedia “simbolica”
La prima uscita pubblica è avvenuta martedì, a Ginevra, davanti al palazzo delle Nazioni Unite. Neymar è salito sulla sommità di un’enorme sedia “rotta” realizzata dall’artista svizzero Daniel Berset, che dal 1997 simboleggia le vittime delle mine anti-uomo. Il 25enne brasiliano ha calciato un pallone annunciando una partnership che non è stata ancora definita nei dettagli: “Siamo qui per far sì che milioni di persone vengano trattate meglio e ottengano quello per cui lottano. So che la mia immagine è molto potente e può aiutare ma non abbiamo ancora discusso come”. L’idea, scrive l’organizzazione sul suo sito è quella che Neymar possa visitare direttamente i progetti in giro per il mondo per darne notizia e amplificarne bisogni e traguardi. Compatibilmente con il suo fitto calendario sportivo.
La scelta di Neymar
Manuel Patrouillard, direttore dell’organizzazione, ha parlato di come è nata la collaborazione “Quello che la gente non capisce e che dietro al campione ci sono una coscienza e una voce molto forti. Una voce che Neymar ha deciso di mettere al servizio dei più deboli”. Sul sito dell’organizzazione si legge che i primi contatti sono venuti nel 2016 per cercare di capire come aiutare i bambini, che avevano subito delle amputazioni, ad avere accesso a protesi funzionali e low-cost. Neymar, oltre a voler conoscere i principali programmi sul tema, aveva deciso di sostenere azioni simili su scala globale.
L’associazione è stata fondata nel 1982 con l’obiettivo di aiutare 6.000 profughi cambogiani che, durante la guerra, avevano perso degli arti a causa delle mine. Negli anni successivi ha dato vita all’International Campaign to Ban Landmines (ICBL) che nel 1997 ha vinto il Premio Nobel per la Pace.
Condividi