R oma - Il mondo del tennis sotto choc: Maria Sharapova, una delle campionesse più popolari e amate del mondo, è risultata positiva all'anti-doping per una sostanza vietata durante l'Australian Open giocato a Melbourne dal 18 al 31 gennaio (eliminata ai quarti di finale). Il prodotto in esame usato dalla tennista russa è il Meldonium, entrato nella lista proibita a gennaio. Lo ha reso noto la stessa tennista nel corso di una conferenza stampa: "Ho fatto un enorme errore: si tratta di un farmaco contro il diabete che contiene Meldonium - ha detto -. L'ho preso negli ultimi dieci anni su indicazione del mio medico". La sostanza è comparsa nell'elenco di quelle proibite dall'ITF il 22 dicembre scorso. "Ho deluso i miei fan, ho deluso lo sport. Non voglio che la mia carriera si conclude in questo modo. Spero di avere un'altra possibilità", ha aggiunto la tennista.
L'esperto all'AGI, unici dati sperimentali del Meldonium sono sui ratti
Il ministro dello Sport russo Vitali Mutko ha auspicato che la Sharapova possa tornare di nuovo in campo. "E' un peccato per Masha (vezzeggiativo russo per Maria, ndr), spero che la vedremo ancora in campo, siamo pronti a sostenerla", ha detto Mutko citato dalla Tass. La Federazione internazionale tennis femminile dovrà esaminare il caso Sharapova e decidere il da farsi: l'atleta rischia fino a due anni di squalifica per doping. Il ministero dello Sport russo, in un comunicato, ha chiarito oggi che non commenterà i casi di doping di atleti russi fino alla chiusura delle indagini sul loro conto.
Shamil Tarpishchev, il numero uno del tennis russo, ha invece definito "un mucchio di sciocchezze" la sospensione cautelare di Maria Sharapova, trovata positiva al Meldonium all'ultima edizione degli Australian Open. "Gli atleti prendono ciò che medici e fisioterapisti prescrivono loro - ha detto Tarpishchev all'agenzia Tass -. Credo che Sharapova giocherà le Olimpiadi di Rio (5-21 agosto, ndr) ma dobbiamo seguire gli sviluppi del caso". In una conferenza stampa tenutasi ieri sera, la 28enne tennista siberiana, ha ammesso di aver utilizzato il Meldonium, farmaco inserito dalla Wada nella lista delle sostanze proibite dal primo gennaio 2016, per il trattamento di problemi di salute ricorrenti derivanti da "carenza di magnesio, casi di aritmia cardiaca e di diabete in famiglia". Un errore che potrebbe costarle sino a due anni di squalifica. Se la giustizia sportiva ha tempi lunghi, non così gli sponsor: la svizzera Tag Heuer, l'americana Nike e la tedesca Porsche hanno immediatamente sospeso la sponsorizzazione per la 'fase istruttoria'.
Nel frattempo, dagli Stati Uniti, 'Masha' subisce un attacco diretto da un'altra ex numero uno del ranking mondiale come Jennifer Capriati, campionessa olimpica a Barcellona 1992: "Che interesse c'è a prendere un farmaco per il cuore, che aiuta a recuperare più velocemente, se non si hanno problemi cardiaci? Non ho mai scelto di imbrogliare e non ho mai avuto un team di medici pagato a peso d'oro per trovare un modo per aggirare le regole. Se tutto questo dovesse essere provato, dovrebbe essere privata di tutti i suoi titoli". Dura, sul caso Sharapova, anche la Wada, l'Agenzia Mondiale Antidoping, che in una nota fa sapere di essere a conoscenza della vicenda e che, una volta i motivi della decisione dell'Itf, deciderà se ricorrere o meno autonomamente al Tas. "Possiamo confermare che il Meldonium è stato aggiunto alla lista delle sostanze proibite dal 1' gennaio 2016, dopo un programma di monitoraggio durato tutto il 2015, a causa delle prove del suo uso parte degli atleti con l'intento di migliorare le prestazioni", si legge nel comunicato della Wada.
Il 'caso Sharapova' non resterà isolato. Il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko, si è detto certo che ci saranno altre positività al Meldonium, il farmaco vietato dal primo gennaio dalla Wada e utilizzato ugualmente dalla tennista siberiana, trovata positiva ad un controllo antidoping agli Australian Open. "Non è il mio ruolo per fare annunci, ma ci saranno altri casi", ha detto all'agenzia Tass Mutko. Secondo il quale, poi, i dirigenti sportivi russi sono stati avvertiti dal ministero dell'aggiunta del Meldonium nella lista delle sostanze vietate dalla Wada dallo scorso primo gennaio. Sulla Sharapova, il ministro dello sport russo ha aggiunto: "Credo che Masha risolverà la cosa da sola". Più in generale, Mutko ha sottolineato che il suo Paese, sospeso da tutte le competizioni internazionali dallo scorso novembre per 'doping organizzato', avrebbe bisogno di "tre o quattro anni" per "ristabilire l'ordine". Il commento segue di due giorni un documentario trasmesso dalla tv tedesca Ard, in cui si sostiene che la Russia continua ad eludere le sanzioni della federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) e della Agenzia Mondiale Antidoping (Wada).
Secondo Giuseppe Capua, presidente della Commissione vigilanza antidoping del ministero della Salute, "sul caso di Maria Sharapova bisognerà valutare l'eventuale buona fede della tennista, capire cioè se assumeva il farmaco proibito per migliorare le sue prestazioni o meno". Lo ha detto all'AGI, aggiungendo che "il farmaco che la stessa sportiva ha ammesso di prendere viene solitamente utilizzato per la prevenzione dell'ischemia e anche per la malattia diabetica", ha spiegato Capua. "Qualora si scoprisse che Sharapova assumeva il farmaco per tenere sotto controllo una malattia, come ad esempio il diabete, bisognerà riconsiderare tutto", ha aggiunto. "La tennista - ha continuato Capua - sembra sincera quando dichiara che ha assunto il farmaco per anni. Quello che non mi spiego e' il perche' la struttura che un'atleta cosi' quotata ha alle spalle non l'abbia informata che da quest'anno il farmaco è stato proibito".
"Il caso di Maria Sharapova è un fulmine a ciel sereno anche se, associando lo scenario presente in Russi al suo problema, paradossalmente l'ipotesi era dietro l'angolo. Perché ho scoperto che questo discorso riguarda altri atleti in diverse discipline". Questo il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò, sul caso doping della tennista russa Maria Sharapova. "Questa storia fa riflettere, come è possibile che questo tipo di farmaco proibito lo prendessero atleti che fanno sport così diversi? Certo per l'atleta è un brutto colpo di immagine - ha aggiunto Malagò, a margine della presentazione del Ciclopellegrinaggio avvenuta in Sala Giunta del Coni -. La Sharapova è venerata oltre che la sua grandezza relativa ai risultati sportivi, che sono stati immensi. Mi dispiace, perché quando succedono queste cose, di fatto è lo sport con i suoi simboli ed emblemi a perdere".
"Io mi occupo solo di cose italiane - ha precisato Malagò - ma certo questo fatto non aiuta il processo di riabilitazione della Russia che, fino a ieri, riguardava esclusivamente l'atletica leggera. E invece c'è un fenomeno diffuso. Aspettiamo gli eventi. Deduco che probabilmente il ministro dello sport russo sa delle cose che noi non sappiamo". Per Malagò, in ogni caso, la vicenda Sharapova dimostra "che il sistema dell'antidoping funziona. Oggi siamo ai primi di marzo, lei è stata presa in flagrante a gennaio con una grandissima tempestivita'. In questi casi bisogna fare i complimenti a chi ha trovato le prove, mentre fa riflettere che a volte, a distanza di anni se non decenni, escano fuori casi che addirittura devono rivalutare i risultati sportivi". Infine, il presidente del Coni ha commentato una delle poche vittorie ottenute dalla Sharapova negli ultimi mesi, la vittoria contro Flavia Pennetta nel girone eliminatorio delle Wta Finals, tra l'altro l'ultimo match della brindisina in carriera. "Flavia l'ho sentita ieri pochi minuti prima che esplodesse il caso. La incontrerò a fine settimana a Roma perché viene qui come madrina della maratona Roma-Ostia, ora la chiamo e sento cosa mi racconta". (AGI)