L a gara della Ferrari al Gran Premio di Singapore finisce dopo pochi secondi. E con essa, forse, anche la speranza di riconquistare il mondiale 10 anni dopo Michael Schumacher. Una carambola innescata da Kimi Raikkonen che tenta un sorpasso al limite del possible (e, probabilmente, anche oltre) coinvolge Max Verstappen e Sebastian Vettel. Tutti e tre fuori subito e Lewis Hamilton, quinto al via, che va a vincere la sua settima gara dell'anno (60esima in carriera) davanti all'australiano Daniel Ricciardo (Red Bull) seguito dal finlandese Valtteri Bottas sull'altra Mercedes.
Di chi è la colpa dell'incidente?
La parola ai piloti
- SEBASTIAN VETTEL - "Non lo so cosa è successo. Ho visto solo negli specchietti Max Verstappen e ho visto all'improvviso Kimi Raikkonen che mi ha colpito sul fianco ma non so cosa sia successo tra di loro" dice Vettel subito dopo l'incidente, come si legge su Repubblica. "Sono brutte cose che però capitano. Non ho molto da dire, credo di aver fatto una partenza nella media poi ho visto Verstappen che si stava avvicinando un pochino, ho cercato di chiudergli un po' la porta poi, subito dopo, ho sentito un colpo sul fianco ed è finita".
- KIMI RAIKKONEN - "Non so se Max non mi ha visto o meno: bisognerebbe chiederlo a lui. Sono cose che capitano, anche se abbiamo pagato un prezzo troppo salato però non credo che avrei potuto fare nulla di diverso per evitare l'incidente. E' un vero peccato che sia finita così, avevo fatto bene i primi 100 metri. Incidente di gara? Vediamo cosa diranno i commissari, anche se non cambierà più nulla a questo punto". Per la cronaca, a fine gara i commissari hanno assolto tutti e tre i piloti.
- MAX VERSTAPPEN - "C'e stata un'incomprensione tra le due Ferrari", spiega il giovane pilota della Red Bull. "Probabilmente Sebastian non ha visto che c'era Kimi. Io potevo frenare, ma non potevo togliermi dal sandwich. Non capisco Sebastian, che lotta per il campionato. Io puntavo solo a vincere il Gran Premio.... C'è stato un errore da parte loro, non penso solo di Kimi. C'è stata un'incomprensione tra le due Ferrari. Sono contento comunque che ci siamo ritirati tutti e tre, non solo io".
L'analisi
Guardando e riguardando l'incidente ecco cosa scrive Fulvio Vanetti sul Corriere della Sera in merito ai protagonisti della carambola di Singapore.
Raikkonen da scagionare
Kimi Raikkonen è scattato benissimo e per affiancare e sopravanzare Verstappen ha cercato il varco all’interno. Probabilmente l’ha fatto pure con l’intento di proteggere il primato di Vettel. A cercare il pelo nell’uovo - si legge ancora - si può dire che il finlandese era sul filo del rasoio con quell’attacco portato non lontano dal muretto. Ma lo spazio per finalizzare al meglio la sua mossa, obiettivamente c’era.
Vettel parte male
C’è un dato di fatto indiscutibile, sul tedesco: non è partito al meglio. Allo spegnimento delle luci del semaforo, infatti, la sua Ferrari rimane indiscutibilmente 'piantata'. Poi, dopo una leggera pattinata, si mette in moto e il tedesco mantiene il primato. Ma si rende conto che all’interno lo stanno attaccando sia Verstappen (partito a suo fianco in prima fila) sia il compagno di team Kimi Raikkonen, schizzato benissimo all’interno dalla quarta posizione.
Sebastian va così in protezione della leadership e chiude verso sinistra. Manovra legittima, essendo in testa, ma l’impressione è che abbia esercitato il suo diritto troppo in anticipo e in modo molto deciso. Il risultato è che Verstappen, chiuso a cuneo, tocca Raikkonen, che a sua volta «boccia» Sebastian. Insomma, Vettel è stato sì danneggiato ma si è messo nelle condizioni di correre un serio rischio. Se fosse partito meglio, non sarebbe successo probabilmente nulla.
Verstappen non è innocente
Il pilota olandese non è del tutto innocente, nel senso che, nonostante il cuneo formatosi davanti a lui, Max non ha rinunciato a tenere giù il piede. Ci sono dei momenti in cui devi avere la lucidità di far buon viso a cattivo gioco, anche se è comprensibile che Verstappen volesse dire la sua, a maggior ragione dopo una partenza migliore di quella di Vettel (ma non superiore a quella di Raikkonen).
Hamilton in fuga, ma la Ferrari non molla
Il britannico Lewis Hamilton consolida la posizione in testa alla classifica piloti, dinanzi al secondo, il ferrarista, Sebastien Vettel: il distacco è ora di 28 punti. Terzo Bottas a 23 punti dal tedesco. Lewis Hamilton, scrive la Gazzetta dello Sport, ora è in fuga nel Mondiale a 6 prove dalla fine. La classifica, che prima della pausa estiva vedeva Vettel lassù in cima, dopo tre gare è tornata una difficilissima montagna da scalare. Addio al Mondiale? Chissà. Ma dopo la batosta di Monza, questa è un'altra pesante legnata. Non sarà facile metterci una pezza.
A fine gara Maurizio Arrivabene, il team principal della Ferrari, promette ai tifosi del 'cavallino rampante' che la delusione per la 'giornata nera' al Gran Premio di Singapore non gela le speranze di vittoria del Campionato di Formula 1 della squadra. "Siamo molto dispiaciuti e molto delusi", ha detto Arrivabene, pochi minuti dopo la conclusione del Gran Premio. "Quello che possiamo promettere è che non è finita. E' più difficile, ma non è finita. Ci dispiace molto, ma ci rifaremo".