L ’ombra del doping torna a scuotere il mondo del ciclismo. Chris Froome, classe 1985, nato in Kenya da genitori britannici, vincitore di quattro Tour de France (2013-2015-2016-2017) e di una Vuelta (2017) è risultato positivo a un bronco-dilatatore, il Salbutamolo, durante un controllo durante l’ultima edizione della corsa spagnola. Lo ha comunicato l’UCI, la Federazione ciclistica internazionale, aggiungendo che la positività, rilevata il 7 settembre, è stata confermata anche dalle contro-analisi. Il risultato delle analisi è stato notificato a Froome il 20 settembre. Per principio” si legge sul comunicato “e benché non sia richiesto dal Codice mondiale antidoping, l'Uci segnala sistematicamente sul suo sito internet le violazioni potenziali delle regole antidoping quando viene applicata una sospensione provvisoria obbligatoria. La presenza di una sostanza specifica come il Salbutamol non necessita di tale sospensione a carico del corridore".
Il Salbutamolo
Si tratta di un farmaco per combattere l’asma che Froome assume da tempo, avendo un’esenzione per uso terapeutico (TUE), ma la cui quantità deve restare all’interno dei limiti consentiti dal regolamento. La concentrazione rilevata nelle urine nell’ultimo testè risultata superiore ai 1000 nanogrammi per millimetro, avvantaggiando il corridore. Come ricorda la Gazzetta dello Sport ci troviamo di fronte a casi simili a quelli dei corridori italiani Diego Ulissi e Alessandro Petacchi che furono squalificati rispettivamente per 9 mesi e un anno. Froome aveva già confermato la presenza, per il 2018, ai nastri di partenza del Giro d'Italia, l’unica grande corsa che manca nella sua già ricca bacheca.